- Ciao Italo, come va ? – mi dice rispondendo alla mia chiamata. Evidente ha letto il mio nome sullo schermo del cellulare.
- Ciao Carmela. Bene … e tu? – che altra
domanda avrei potuto fare?
- Hai già parlato con Pippo? Ti ha
già dato le novità? – Carmela è una donna intelligente.
- Sì, mi ha raccontato tutto. –
Silenzio.
- Proprio tutto? – insiste lei
- Beh, non saprei … penso. –
- Ti ha detto della polacca di
trentacinque anni? –
Pippo ne ha sessantaquattro. Chi l’avrebbe
mai pensato?
- No, non me l’ha detto. –
- L’avevamo presa per fare le pulizie
nelle case dei nostri clienti. –
Carmela e Pippo, associano alla loro
attività di piccoli proprietari terrieri anche quella di manutentori delle case
del circondario.
Che ci fa una polacca in Sicilia? Parto da lontano.
Che ci fa una polacca in Sicilia? Parto da lontano.
Per dei fenomeni che possono risultare
curiosi ed a prima vista incomprensibili, in una regione il cui tasso di
disoccupazione fra i più alti d’Italia e che è terra d'origine del Movimento dei
Forconi, la manodopera proviene dai paesi freddi. I locali, pur non avendo un fisso lavoro,
riescono a sbarcare il lunario attraverso i sussidi alla disoccupazione e gl’ingaggi
stagionali offerti dalla Forestale (più di ventiduemila occupati
in una Sicilia che s’accende di fuochi ogni estate; nota dell’autore).
La provincia di Siracusa è sempre più colonizzata da rumeni e polacchi che sono disposti a lavorare anche per un misero salario pagato in nero.
Le nordiche risvegliano sopiti ardori e gli amori fra siciliani e le bionde dagli occhi di ghiaccio cominciano ad essere sempre più frequenti.
La provincia di Siracusa è sempre più colonizzata da rumeni e polacchi che sono disposti a lavorare anche per un misero salario pagato in nero.
Le nordiche risvegliano sopiti ardori e gli amori fra siciliani e le bionde dagli occhi di ghiaccio cominciano ad essere sempre più frequenti.
Quasi un’epidemia, agli occhi delle donne locali.
- Quella buttana (puttana. In
siciliano questo termine sostituisce la dura “p” alla più dolce “b”, vai a
capire perché! Nota del traduttore)! – riprende a dire Carmela - … e quello scimunito
non capisce che quella vuole i soldi! –
Ieri Pippo mi aveva dato la sua
verità, ben diversa da quella di sua moglie.
- L’ho servito per quarantanni e
guarda cosa mi combina? Ma si crede Berlusconi? – aggiunge.
Un pensiero malizioso m’attraversa la
mente: almeno smetterà di votarlo!
- Dove abiti, adesso? – chiedo.
- In paese, con le mie figlie. –
- E lei? –
- Chi? La buttana? –
- Uhm, sì lei, l’altra. –
- In Polonia, nel suo paese di buttane!
Io e la mia figlia maggiore le abbiamo dato delle legnate! –
- Come? Stai parlando sul serio? –
- Sì, le abbiamo dato corpa (l’abbiamo
picchiata; ndt). –
- Carmela! –
- ‘sta buttana! –
Dio Santo! Ecco, questa è la vecchia
Sicilia … tanto vecchia, quella che non mi piace.
Una canzone, una vecchia canzone di De
Andrè … triste, come mi sento io in questo momento. Il testo racconta una
vicenda con una conclusione meno violenta … ma De Andrè era genovese non
siciliano!