- Ciao Italo, come va ? –
- Ciao Pippo, come i vecchi. –
rispondo al telefono facendogli il verso.
- Che fa? Mi stai scherzando? Ma se sei ancora un picciotto! –
- Sì, un picciotto! Forse, una volta!
Ho un male alla schiena! –
- Il mal di schiena è un disturbo di picciotto! Vuol dire che fotti molto! –
Fotto molto? … e che dovrebbe dire il
mio amico Giovanni? Dovrebbe andare in giro in carrozzella! Cambio discorso.
- Sono qui a Noto e ci parliamo per
telefono! Quando ci vediamo? –
- Presto, prima che riparti per
Parigi. Adesso ho da fare? Ho qualche pobblema (problema; nota del traduttore)!
–
- Niente di grave, spero. –
- Io e Cammela (Carmela; nota del
traduttore) ci siamo spattuti (separati; ndt). –
- Ma che mi dici? … la coppia di
ferro? –
- Sì, di ferro arruggiato (arrugginito;
ndt)! –
- Ma com’è successo? – sono veramente
incredulo.
- E’ successo … io ero stufo di tutte
queste femmine! –
Pippo ha avuto tre figlie da Carmela.
- Non capisco. Ce l’hai anche con le
tue figlie? –
- Cacetto (certamente; ndt)! I
fimmini (le donne; ndt) tutte mafiose sono! La vera mafia è quella delle donne
qui in Sicilia. Mafia non è fimmina? –
- Vuoi dire che il termine mafia è di
genere femminile? –
- Cacetto! … adesso finalmente
singolo (dall’inglese single; ndt)
sono. –
- E dove vivi adesso? –
- Qui in campagna. Cammela, con le sue figlie in paese. –
Le figlie sono anche di Pippo ma
usando l’aggettivo possessivo sue è
come se le avesse ripudiate.
- Ed adesso cosa fai? –
- Niente, un po’ di pace. Posso fare
quello che voglio. –
- Ma da quanto tempo tu stai con
Carmela? –
- Da quarant’anni. –
- Sono tanti. –
- Cacetto. Ma adesso sono singolo e
me ne sto con i miei scecchi (asini; ndt), i cavaddi (cavalli; ndt) e i cani.
Il silenzio della campagna e senza u vuciari (il vociare; ndt) delle fimmine …
blablabla … blablabla …! –
-Pippo. Io sono amico anche di Carmela.
Volevo farle un saluto. –
- Salutala quanto vuoi, però mi devi
fare un piacere. -
- Dimmi Pippo. –
- Non ci devi dire una palora
(parola; ndt) di quello che ti ho detto. Lascia che sia lei a cuntartelo
(raccontartelo; ndt) per prima. –
- Va bene, Pippo. Farò come vuoi …
devo dirti che mi dispiace che voi soffriate. –
- Io non soffro, mai stato così bene!
Ciao, ci sentiamo. –
- Ciao, Pippo. –
Conosco bene Carmela, non sarà una
telefonata semplice.