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lunedì 30 dicembre 2013

Le novità di Pippo


- Ciao Italo, come va ? –
- Ciao Pippo, come i vecchi. – rispondo al telefono facendogli il verso.
- Che fa? Mi stai scherzando? Ma se sei ancora un picciotto! –
- Sì, un picciotto! Forse, una volta! Ho un male alla schiena! –
- Il mal di schiena è un disturbo di picciotto! Vuol dire che fotti molto! –
Fotto molto? … e che dovrebbe dire il mio amico Giovanni? Dovrebbe andare in giro in carrozzella! Cambio discorso.
- Sono qui a Noto e ci parliamo per telefono! Quando ci vediamo? –
- Presto, prima che riparti per Parigi. Adesso ho da fare? Ho qualche pobblema (problema; nota del traduttore)! –
- Niente di grave, spero. –
- Io e Cammela (Carmela; nota del traduttore) ci siamo spattuti (separati; ndt). –
- Ma che mi dici? … la coppia di ferro? –
- Sì, di ferro arruggiato (arrugginito; ndt)! –
- Ma com’è successo? – sono veramente incredulo.
- E’ successo … io ero stufo di tutte queste femmine! –
Pippo ha avuto tre figlie da Carmela.
- Non capisco. Ce l’hai anche con le tue figlie? –
- Cacetto (certamente; ndt)! I fimmini (le donne; ndt) tutte mafiose sono! La vera mafia è quella delle donne qui in Sicilia. Mafia non è fimmina? –
- Vuoi dire che il termine mafia è di genere femminile? –
- Cacetto! … adesso finalmente singolo (dall’inglese single; ndt) sono. –
- E dove vivi adesso? –
- Qui in campagna. Cammela, con le sue figlie in paese. –
Le figlie sono anche di Pippo ma usando l’aggettivo possessivo sue è come se le avesse ripudiate.
- Ed adesso cosa fai? –
- Niente, un po’ di pace. Posso fare quello che voglio. –
- Ma da quanto tempo tu stai con Carmela? –
- Da quarant’anni. –
- Sono tanti. –
- Cacetto. Ma adesso sono singolo e me ne sto con i miei scecchi (asini; ndt), i cavaddi (cavalli; ndt) e i cani. Il silenzio della campagna e senza u vuciari (il vociare; ndt) delle fimmine … blablabla … blablabla …! –
-Pippo. Io sono amico anche di Carmela. Volevo farle un saluto. –
- Salutala quanto vuoi, però mi devi fare un piacere. -
- Dimmi Pippo. –
- Non ci devi dire una palora (parola; ndt) di quello che ti ho detto. Lascia che sia lei a cuntartelo (raccontartelo; ndt) per prima. –
- Va bene, Pippo. Farò come vuoi … devo dirti che mi dispiace che voi soffriate. –
- Io non soffro, mai stato così bene! Ciao, ci sentiamo. –
- Ciao, Pippo. –
Conosco bene Carmela, non sarà una telefonata semplice.