Mi guardo
rassegnato.
- Che brutto
spettacolo, perché m’ostino ad osservarmi allo specchio ogni mattina? - mi dico.
Esco dal
bagno e raggiungo la cucina. Forse un buon caffè può aiutare ad attenuare
l’impatto del risveglio.
Me lo bevo
in soggiorno guardando sul computer le notizie dei giornali online. Poi, stufo
di leggere in lingue che non sono le mie, cerco col mouse Rai24 che trasmette in italiano.
Sento senza
ascoltare. La mia testa vuole rimanere vuota e non desidera essere stimolata.
Ho i neuroni molto lenti al mattino.
Due braccia
mi cingono il collo ed un bacio schioccante turba i mio lento e rituale
risveglio.
- Ciao, mon cœur! –
E’ Veronique.
Allarmato
penso che cominciamo a vederci spesso e
che dividiamo troppe notti insieme. Sono
affezionato a lei ma anche e soprattutto alle mie abitudini solitarie.
- Sto
perdendo il mio status di uomo che
vive solo? – penso preoccupato.
La domanda
mi provoca una sovrapproduzione di adrenalina, il mio cuore batte più forte ed
i miei neuroni cominciano a circolare loro malgrado.
- Ciao,
bella! Che ci fai già alzata? – sono un maestro della dissimulazione.
Mi si siede
sulle gambe e mi passa la mano nei capelli.
Io sono
ancora in mutande e t-shirt, lei è coperta da una spessa e calda vestaglia.
- Non hai
freddo? -
- No, sto
bene così … -
- Non
potresti acquistarti una veste da camera? Saresti più chic! -
Io adoro
aggirarmi in mutande per casa la mattina presto. Lo faccio da sempre, perché
devo cambiare a cinquantasette anni?
Adesso i miei neuroni non circolano ma
sfrecciano ed una luce rossa s’è accesa in un angolo del mio cervello: allarme
… allarme … allarme …
- Oggi ho
preso una mezza giornata di ferie, esco presto così vado in centro ad acquistare i primi regali di Natale. Comincio adesso così non ci penso più!– mi dice.
Oddio, i
regali di Natale!
- Adoro fare
lo shopping! Quando lo farai tu? Se vuoi t’accompagno. –
No,
Veronique! Perché mi fai questa domanda? Perché la mattina presto?
- Tesoro,
vuoi che ti prepari un caffè? – cerco una via di fuga, è evidente!
- No, mon cœur … il tuo è troppo forte, mi fa
venire le palpitazioni … ma non vuoi che t’accompagni a fare i regali di
Natale? –
- No, io non
faccio le compere a Natale … io odio i regali natalizi, io odio lo shopping, io
odio la folla di pecoroni nevrotici alla ricerca dei regali! –
Forse devo
aver alzato la voce senza rendermene conto perché Veronique mi guarda con degli
occhi sbarrati.
- Perché t’arrabbi?
–
- Non m’arrabbio
… ma non voglio essere trascinato o spinto nelle follie natalizie! –
- D’accordo,
d’accordo … niente regali! –
S’avvicina e
mi guarda languidamente. M’abbraccia e si stringe contro me. Dal suo sguardo
capisco le sue intenzioni.
Ho letto da
qualche parte che con l’età la produzione di testosterone s’abbassi
notevolmente. Io penso che nel mio caso sia precipitata.
Le sorrido
sciogliendomi dall'abbraccio.
- Tesoro,
devo andare … ho una riunione presto stamattina in ufficio. – mento.
Fa il
broncio deve essere doppiamente delusa: niente shopping e niente coccole!
M’infilo in
bagno, mi rado e mi faccio la doccia.
Che minchia
ci farò così presto in ufficio?
Dopo essermi
vestito, m’avvicino a Veronique.
La bacio
dolcemente e lei m’indirizza uno sguardo frustrato.
- … non
voglio che tu mi fraintenda: non amo fare i regali ma neanche riceverli … quindi
se tu pensavi d’offrirmi una giacca da camera ... beh, lascia stare … ci faremo
un bel week end da qualche parte! Ciao, amore! –
Ma perché
sono così stronzo! ... no, adesso è di moda dire diversamente... perché sono così un perverso narcisista?