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lunedì 30 giugno 2014

La letteratura secondo Giovanni


- Giovanni, non potresti leccare il gelato, come fanno tutti i cristiani fin da quando sono piccoli? -
- Scusa, ma che sto facendo? -
Siamo seduti entrambi sulla scalinata che porta alla "Grande Arche", uno degli edifici più brutti di Francia. Abbiamo deciso di prendere un cono gelato e lo stiamo consumando durante la pausa pranzo. Il gelatiere che ce l'ha venduto, facendocelo strapagare, l'ha spacciato come italiano ... a noi pare invece un gelato "apolide" e preferiamo definirlo così piuttosto che offendere una qualsiasi nazione.
- Lo stai succhiando e fai un orribile rumore come quello d'un aspirapolvere che s'impiglia nella moquette. -
- Io faccio, i succhiotti a chi voglio ... va be'! ... si peggiu di 'na socera (sei peggio d'una suocera; nota del traduttore)! -
- ... e tu riesci ad essere pornografico anche quando mangi un gelato! -
- Ma lo chiami gelato questo qua? ... a Catania mancu ai cani ce lo danno! -
- Eh, ma qua non siamo a Catania ma a la Défense (quartiere d'affari alla periferia di Parigi; nota dell'autore)! -
- Certo che siamo a la Défense! Tu pensi che ad una ragazza come quella ... e che passa per via Etnea (l'arteria principale di Catania) nessuno gli dice niente? -
- E che gli deve dire? -
Guardo la giovane che m'indica Giovanni. Alta, bionda, gambe lunghe e ben tornite, fasciata in un vestito bianco il cui orlo e ben al di sopra delle ginocchia.
- ... volendo restare dei signori, potrebbero dirle ... a comu ti strazzassi i mutannini (Ah, quanto vorrei strapparti gli slip!; ndt)! -
- Ma ti piacciono ancora le ragazze? Non mi avevi detto che avevi deciso di passare oltre la barricata? -
- A me piace tutto, basta che sia di qualità! -
Osservo la giovane donna allontanarsi e sorrido dentro di me ... caro Giovanni: una sorta di homo eroticus a metà fra i Vitelloni e Don Giovanni in Sicilia!
- Ah, se non ci fossi stato io! Sai quanti post in meno avresti scritto? - dice.
Lo guardo. Ma mi legge nel pensiero?
Sorrido.
- Se continuo a scrivere su di te, finirò per essere accusato di plagio da Lidia Ravera, Erica Jong o dagli eredi di Vitaliano Brancati! -
- Ma figurati! ... ormai le storie di sesso sono divenute talmente banali! -
- Ma io non racconto ... storie di sesso, ma parlo di te come personaggio. -
Giovanni ha finito il gelato ed adesso mangia il cono.
- La cialda è la sola cosa buona di questa schifezza "apolide" che abbiamo comprato! ... e quindi mi stai facendo diventare un personaggio della letteratura! ... mi stai rendendo immortale ... e chi avrebbe mai pensato che il mio amico Italo aveva la soluzione per rendermi famoso come ... -
- ... come Vincenzo Bellini! ... adesso cambiano il nome ai giardini pubblici di Catania ... si chiameranno "Villa Giovanni Spadaro"! ... ma fammi il favore! ... io non faccio letteratura ... io scrivo. La letteratura è un'altra cosa! -
- ... e cos'è la letteratura? -
Lo guardo e gli dedico un sorriso migliore di quello della Gioconda.
- Virgilio, Dante, Guicciardini, Petrarca, Foscolo, Manzoni, Verga, Pascoli ... la lista è lunga e se ci mettiamo anche i letterati stranieri qui facciamo notte! -
- Peccato, mi sarebbe piaciuto essere ricordato ... - sembra veramente dispiaciuto.
 Davanti a noi passa un'altra ragazza.
Questa volta è bruna ... gamba lunga, capelli  che scendono a metà schiena, incedere felino e gonna che la copre fino a qualche centimetro sotto le natiche.
- Dimmi un altro dei complimenti che i gentiluomini di Catania indirizzano alle donzelle che passeggiano. -
- Che ne so ... ah ecco ... bedda, bedda macari unni pisci (bella, bella anche fra le gambe; ndt)! ... e se dicessimo che anche questa è della vera letteratura! ... sotto forma di verso poetico! Dolce stil nuovo?  Ma chi sono io? ... Jacopo da Lentini? -
Adesso sgranocchio anch'io il cono.
- Sì, hai ragione! La cialda è proprio buona! - commento.

domenica 22 giugno 2014

L'arancino sexy


- Tu pensi che sia grave? -
Guardo Giovanni da sopra i miei occhiali da presbite.
- Sia grave, cosa? - domando.
- Che io possa piangere. -
- Dipende ... -
- Dipende da cosa? -
- Dalla ragione che ti spinge a commuoverti. -
- Ieri ho pianto di fronte ad una fotografia d'un arancino.-
La voce di Giovanni è incolore.
Mi tolgo gli occhiali che mi sono serviti per leggere la locandina di fronte al cinema.
- Sì, è grave. - sentenzio.
Il mio amico non commenta resta in silenzio per qualche secondo. Noto il suo labbro inferiore tremare. 
- Allora ce lo vediamo 'sto film? - mi chiede.
- Certo, entriamo ... sembra interessante. -
Ci mettiamo in coda e ben presto arriviamo di fronte alla cassiera. E' seduta su un alto trespolo, ha delle gambe grassocce accavallate. La camicetta sul davanti lascia intravvedere l'attaccatura d'un prosperoso seno.
- Tu pensi che si diverta? - mi chiede in italiano Giovanni.
- Chi? -
- La picciotta che mostra a tutti le tette? -
Faccio spallucce mentre ritiro i biglietti.
- Contenta lei! -
Dentro la sala, non molto grande, riusciamo a trovare due posti centrali. Sprofondiamo nelle poltrone color porpora. Siamo in anticipo e la proiezione ancora non è cominciata.
- Com'era? - chiedo.
- Cosa? -
- L'arancino ... al burro od al ragù? -
- Al ragù. -
- Giovanni, io penso che tu sei un po' esaurito ... ma come minchia si fa a piangere davanti ad una foto d'un arancino? Mi devo preoccupare? -
- Tu non puoi capire. -
- Ma cosa devo capire? Ti pare normale piangere davanti alla fotografia d'un arancino? -
- E che mi ha fatto pensare ad una altra cosa ... un associazione d'idee ... alla mia prima sega! -
Guardo Giovanni ...
- Tu sei da ricoverare ... altro che grave! Sei un caso clinico! -
- Tu non capisci ... è un bel ricordo, commovente ... -
La luce nella sala s'attenua, cominciano le pubblicità.
- ... quando ero ragazzo andavo al cinema nei pomeriggi festivi ed adiacente alla sala c'era una un bar che però era chiuso la domenica. Le due attività appartenevano allo stesso proprietario ... un vecchio ottuagenario che s'era sposato una donna più giovane di lui d'almeno trent'anni. Una matura matrona, vestita in nero, molto sobria che portava una lunga treccia grigia arrotolata sulla nuca. Come la Giulia Tymoscenko ... perché sorridi? -
- Penso a mio padre, la Tymoscenko è una sua passione! -
- Ah sì! ... comunque era lei che gestiva il tutto anche facendo la cassiera e quando non poteva si faceva rimpiazzare da una amica. -
- Che c'entra il cinema coll'arancino? -
- ... abbi pazienza! ... poiché il bar non aveva il permesso d'apertura domenicale, lei vendeva arancini attraverso una porta laterale al cinema stesso. Erano degli arancini buonissimi che si mangiavano caldi caldi perché venivano estratti dalla friggitrice al momento dell'acquisto. Un ragazzotto l'aiutava. -
Giovanni s'interrompe per lasciar passare una coppia che strisciando fra noi e lo schienale della fila di fronte vuole prendere posto al nostro lato.
- ... una domenica, dopo il solito film di "Ercole contro non so chi" ... avevo dodici anni ... andai alla ricerca del mio arancino. Nel locale a lato del cinema non c'era nessuno solo la friggitrice con dentro l'olio bollente. Provai a chiamare ma non mi rispose nessuno ... non volevo rinunciare al mio arancino e quindi m'addentrai nella speranza che qualcuno potesse soddisfare la mia golosità. Entrai nel retrobottega ed indovina cosa vidi? -
- No, non mi dire! -
- Ma se non t'ho detto ancora niente! ... la matrona stava facendo una sega al garzone! Non dicevano niente ... non un rumore ... sembrava una scena d'un film muto ... mi guardarono entrambi per niente imbarazzati ... anzi mi sorrisero. -
La luce s'abbassa ancora di più e cominciano le proiezioni dei trailer. Giovanni comincia a bisbigliare.
- ... lei mi fece segno d'avvicinarmi e di sbottonarmi la patta. -
- ... ma mi stai raccontando una balla? -
- Ti giuro, tutto vero! ... fu irreale, metafisico ... lei lavorò su entrambi ... il garzone e me ragazzino ... senza dire una parola, senza un suono, solo il nostro gemere finale! ... poi mi diede l'arancino ... capisci che ricordo! Come potrei non commuovermi? -
- Ma fammi il piacere! ... ma vai a farti benedire, tu e le tue storie di minchia! -
Comincia il film, finalmente.
Terminano i titoli di testa.
- Ma almeno dopo si lavava le mani? Prima di servire gli arancini? -
- Silence! ... merde! - si lamenta lo spettatore accanto a me.

sabato 21 giugno 2014

L'intervista


Qualche settimana mentre ero in Sicilia e due simpatici ragazzi che lavorano per una radio - Twenty's Radio - mi hanno intervistato telefonicamente.
Utilizzo il mio post per diffondere la differita dell'intervista ... non ci sono solo io ma trovo gustoso ascoltare il programma. Trovo interessante che dei giovani (hanno l'età dei miei figli) facciano un programma che tratta di letteratura ... sono veramente simpatici e spontanei ... vi consiglio d'ascoltarli:

http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.mixcloud.com%2Ftwentyzradio%2Fun-dollaro-1000-km-persegoni-e-mauro-cesaretti-06062014%2F&h=xAQG7xdvr

Unica piccola macchia ... hanno sbagliato la grafia del mio cognome ... coerentemente col mio post:

http://raccontidelguazzabuglio.blogspot.fr/2014/01/limportanza-di-chiamarsi-persegani.html

Buon ascolto

Italo

Le buche




- Papà, il camion che ci ha portato le piante ha fatto un sacco di buche sulla strada in comune con i nostri vicini. Nella salita per entrare nella trazzera ci sono come delle voragini. -
- ... uhm ... bel problema! Adesso bisognerà pensare a tapparle buttando del calcestruzzo! -
- Quando lo facciamo? -
- Prima possibile ... anzi subito ... se dovessero arrivare dei clienti al B&B, non è bello far trovare la strada in queste condizioni. -
- Chiamo Pippo, per darci una mano? -
- Sì. Ce n'abbiamo di brecciolino (pietrisco; nota del traduttore)? -
- No, è finito ... allora bisogna chiederlo a Pippo. -
- A quale? -
La domanda di mio figlio non è peregrina. A Noto si è sicuri di coprire buona parte della popolazione maschile con i nomi di Pippo e di Corrado.
Sono sicuro che se un giorno vado in piazza e grido i due nomi due terzi dei presenti si volterebbe!
- Quello dei materiali edili! -
- Ce ne sono due, papà! -
- Quello più giovane! -
Che fatica!
Siamo sulla terrazza della casa. Sulla collina di fronte una donna canta una vecchia canzone di Morandi con voce sgraziata e stonata. Il vento ci porta quel suono.
- Ma quando le viene una faringite a quella lì? - domanda sconsolato il mio primogenito.
Rido.
Scorgo Neve, la mia bianca cagna, drizzarsi e cominciare a ringhiare. Dopo qualche secondo percepisco il rumore d'una macchina arrampicarsi su per la collina. Il ruggito del motore si fa più insistente mentre la vettura avanza la ripida salita, ne vedo ben presto il muso: una Peugeot bianca.
Neve adesso abbaia furiosamente.
- Il meccanismo automatico di chiusura del cancello non funziona più? - chiedo.
- Sì, ma l'ho bloccato quando è venuto il camion con le piante. -
Mio figlio si becca il mio sguardo di rimprovero.
Andiamo incontro alla macchina che s'è fermata sul piazzale davanti alla casa.
- Buona, buona ... - dico a Neve accarezzandole la poderosa testa.
La cagna si cheta solo dopo aver emesso un leggero guaito di disappunto.
La portiera della macchina si apre. Rassicurato ne esce un signore tutto vestito di bianco, non molto alto e con una pancia tanto prominente che se non fosse retta dalla cintura marrone dei pantaloni striscerebbe per terra. L'uomo deve avere più o meno la mia età ed i suoi capelli sono canuti, quasi immacolati mentre il viso abbronzato è vivacizzato da due occhi azzurri che sembrano voler guardare dappertutto.
- Buongiorno. - diciamo mio figlio ed io.
- Bonciorno. E' lei il padrone di qui? - chiede guardandomi.
- Sì. -
- Ma che state facendo qui? -
- In che senso, scusi? -
- State facendo una albergo, un bibì (un B&B; ndt)? ... cosa state facendo? -
- Scusi, ma a lei cosa gliene importa? -
Mi fa un sorriso ruffiano.
- Sono uno dei suoi vicini, quello all'inizio della trazzera. -
Ah, adesso capisco ... so chi è. E' la prima volta che l'incontro. Sua moglie deve essere la signora di mezz'età che veniva regolarmente a curiosare durante i lavori della costruzione della casa. Quando recintammo la proprietà le togliemmo il passatempo. Spero che non l'ha inviato la moglie impicciona.
- Cosa posso fare per lei? -
- ... tappare i buchi ... perché sennò i miei figli se li portano via! -
- Quelli da trasuta da trazzera (dell'entrata del tratturo; ndt)? - chiedo usando un po' di vernacolo locale.
- Ma che fa? Lei sicilianu parla? -
- Picchì? Ci pari strano? (Perché? Le sembra stano?; ndt) -
- Da quando arrivai mi staiu sfuzzando a parlari italianu?  (ma perché non ve lo traducete un po' voi?; ndt) -
- ... e parlasse sicilianu, nun si sfuzzasse ... iu a capisciu - non guardo mio figlio ma sento che si sta divertendo da morire - Che ci trasunu i sa fighi? (beh, v'aiuto un po': Cosa c'entrano i suoi figli?; ndt) -
- I ma fighi sunnu agli arresti domiciliari e i carabbinieri vengunu a contrulari ogni jornu e cu i puttusa na strada nu possunu acchianari ca macchina e m'annu dittu che si nun possunu contrulari annu attaccari i ma fighi! (non posso esimermi ... ma perché non imparate un po' il siciliano? ... I miei figli sono agli arresti domiciliari ed i carabinieri vengono a controllarli ogni giorno. A causa dei buchi nella strada non possono arrivare fino a noi ed hanno minacciato che li portano in prigione se non la si ripara!; ndt) -
Guardo quegli occhi azzurri e mi domando se mi stanno prendendo in giro. Mi erano giunte voci che nelle vicinanze ci fossero due fratelli con precedenti per spaccio di droga ... in ogni caso le buche sono da coprire!
- Ci dicisse o carabbinieri che c'arripizzu a strata ... nun ci su poblemi, m'a fari puttari u bricciolinu ... e poi facimu u travaghiu. Ci dugnu à ma parola. (dica ai carabinieri che sistemerò la strada ... non ci sono problemi, mi devo solo far portare il pietrisco ... e poi faccio il lavoro. Le do la mia parola.; ndt) -
Sembra rassicurato.
- Ma uno che veni du continenti come s'amparau u sicilianu? (ma uno che viene del continente com'ha fatto ad imparare il siciliano?; ndr)
- Nisseno sono. -
Ci porge la mano prima a me e poi a mio figlio.
Neve guaisce. La calmo grattandole la testa.
Mentre risale in macchina gli chiedo.
- Come si chiama vossia? -
- Pippu -
- ...e te pareva! - mi sussurra mio figlio.


venerdì 20 giugno 2014

I fighiibuttana


Sono a Noto ed un leggero vento fa frusciare fra di loro le foglie degli ulivi. 
Dei cirri avanzano lentamente nel cielo azzurro come dei grossi pachidermi al pascolo.
Guardo la collina di fronte a me.
Qualche anno fa un incendio partito in un pomeriggio ventoso d'un giorno d'estate l'aveva infuocata per tutta la notte. Ricordo che rimasi sveglio timoroso che il vento potesse far avanzare le fiamme e rivoltarle contro la collina su cui ho costruito la casa.
Alle prime ore del mattino la furia incendiaria si placò e gli uomini della forestale che seguivano il fronte delle fiamme riuscirono ad averne la meglio.
L'origine di quell'orrendo spettacolo furono un padre ed un figlio che in piena estate si fecero venire l'ispirazione di bruciare delle erbacce. Furono perseguiti? Puniti per la loro dabbenaggine? No, non mi sembra.
Io onestamente li avrei messi in carcere con un processo per direttissima ... l'accusa? Imbecillità ambientalista. La stessa che lancerei a coloro che s'ostinano a buttare l'immondizia per strada, fuori del paese nelle strade di campagna. In questo caso sarebbe però imbecillità ambientalista aggravata da ottusità. Per coloro che si macchiano di tale colpa io sostituirei la cella con un cassonetto ... ecco, due anni in un cassonetto pieno d'immondizia maleodorante ... condizionale? Ma neanche per sogno!
Cosa fare allora di coloro che provocano degli incendi dolosi, i cosiddetti piromani?
Prima di tutto i li chiamerei fighiibuttana ... perché?
Perché in Sicilia, come nella maggior parte del meridione, l'offesa alla mamma è fra le più sentite (ho scritto anche un post sull'argomento, sic!). Quindi se dici a qualcuno "piromane", tenendo conto anche dell'origine greca del termine, può mistificare il termine e scambiarlo per una qualifica. Se chiami invece qualcuno fighiibuttana il messaggio risulta inequivocabile e nessuno compirebbe degli atti che una volta scoperti farebbero apparire palese il lavoro della propria madre!
Provate ad immaginarvi il titolo d'un giornale: "Piromani appiccano il fuoco in contrada Pincopallo e distruggono 100 ettari d'oliveto secolare"!
Come reagirebbero coloro che cercando dentro le pagine del quotidiano locale gli effetti della loro azione scellerata leggessero al posto di "piromane" l'appellativo "fighiibuttana"? Di sicuro proverebbero meno fierezza e rinuncerebbero alle loro azioni criminali poiché si sentirebbero meno lusingati dal nome che gli viene dato.
Oppure immaginate l'effetto che farebbe su un incendiario sentirsi apostrofato coll'insulto durante un telegiornale dove lo speaker, dopo aver parlato delle malefatte di certi tangentisti (ma non sono anche loro fighiibuttana, Dio che confusione!), annuncia il disastro ambientale provocato da un'azione dolosa!
Sì, penso proprio che il cambio dell'appellativo gioverebbe nella lotta contro gl'incendi. L'effetto sarebbe duplice perché ne beneficerebbe anche la disastrata economia regionale in quanto alla fine si avrebbero meno addetti della forestale per tutelare il patrimonio boschivo.
Poniamo però il caso che, in certe situazioni piuttosto ostiche, il cambio della definizione non sia d'aiuto a contenere il fenomeno e che ci siano ancora degli testardi poco curanti dell'onore materno, come combatterli?
Con la minaccia di una pena particolarmente severa. 
Quale? Il carcere a vita? Ma neanche per sogno!
Io proporrei qualcosa di speciale che non si trova neanche nei gironi danteschi! Per esempio, dopo averli legati a dei pali incrociati ad "X", li sottoporrei alla bruciatura del "pisellino". Certo, prima bisognerebbe denudarli ed esporli al pubblico ludibrio e poi ... poi usando dei cerini (esistono ancora?) accendere una fiammella sotto i maschili attributi (si presuppone che i criminali siano tutti maschi!) fino a che non si esaurisce il contenuto della scatola ... eh sì!
Ma Italo, queste cose non si facevano neanche nel Medioevo o durante la Santa Inquisizione!
Certo, non esistevano i cerini e neanche i maniaci incendiari!
E Beccaria, Beccaria dove lo metti?
Beccaria è di Milano ... che c'entra? ... nel Nord le cose diverse sono!

P.S.: dimenticavo ... dopo che le bruciature sono guarite si ricomincerebbe con una nuova scatola di cerini.

giovedì 19 giugno 2014

Corri, uomo corri ...


Guardo in basso.
Vedo i miei piedi apparire e sparire sotto di me come se s'inseguissero.
Il mio fiato è cadenzato sul mio passo. Accelero e dopo un po' aumento la frequenza della respirazione. La mancanza d'allenamento mi pesa. Non sono più abituato a soffrire.
Da circa un mese ho deciso di ridarmi alla corsa.
Lo faccio la mattina, quando posso, discretamente.
Oltre il parapetto in ferro guardo scorrere la Senna. Le acque sono scure, fredde e misteriose. In lontananza un'anatra conduce la sua nidiata nella prima nuotata. Lontano sull'altra sponda vedo altri corridori.
E' mattina e l'aria fresca non riesce a raffreddare il mio corpo chiuso nella K-Way. Lo sento accaldato, sto bruciando calorie, se potessi spingerei ancora di più. Mi piacerebbe fare uno scatto. C'è quel palo della luce ... accelero progressivamente. Quando ero giovane e lanciavo il giavellotto facevo i 100 metri in 11"3' cazzo!
Quando ero giovane.
Vai, vai, corri ... corri.
L'ossigeno comincia a mancarmi ed i battiti del cuore accellerano. Guardo il palo ... ancora lontano, poi i miei piedi ... li vedo avvicendarsi sotto di me sempre più veloci ... chiudo gli occhi ... li apro ... li palo s'avvicina ... stringo i denti ... corro, corro ... che bello, Dio, che bello!
Supero il palo e rallento, il cuore martella freneticamente dentro la cassa toracica.
- Calmati, calmati non vale la pena d'incazzarsi così! - gli dico.
Riduco notevolmente l'andatura, quasi saltello. Lo conosco, il mio cuore fa così tanto perché vuole un po' di considerazione ma poi si calma.
Guardo la Senna e le sue acque limacciose ... acque di fiume.
Continuo a correre e lascio che le funzioni del mio corpo riprenda il suo ritmo normale.
Adesso il cervello ricomincia a ricevere l'ossigeno necessario per far andare i pensieri.
Ma che minchia! Proprio a cinquantotto anni ti doveva venire il trip della corsa?
Perché lo fai? Perché? In più ti conosci: lo sai che quando inizi qualcosa vuoi andare a fondo ... cosa vuoi metterti a fare le maratone? No, non ho voglia ... è una sfida che faccio a me stesso. No, non basta. C'è qualcosa di più. Ti conosco, bello mio!
Ecco, sento il cuore riprendere un ritmo meno convulso, più regolare ... anche il respiro.
Corri, Italo, corri.
Ieri ho visto alla televisione un'inchiesta sullo sfruttamento della manodopera in Qatar per la costruzione delle opere che ospiteranno il campionato mondiale di calcio ... Dio Santo, cosa fa l'uomo sull'uomo? Dal fresco Nepal ai 50 gradi del Qatar ... e si meravigliano perché muoiono come mosche! Qualcuno dice: almeno in Qatar guadagnano quanto non avrebbero mai guadagnato nel loro paese! Ma allora perché non li costruite in Nepal gli stadi? Ma non è sfruttamento? Lo stesso che si fa sulla prostituzione?
La logica è: prendo un nepalese che guadagna poco nel suo paese, lo porto in un altro, lo faccio lavorare come una bestia e poiché lo pago un po' di più, ma sempre pochissimo rispetto ai salari dei locali, faccio un opera di bene.
Domando, allora: sarebbe invece disdicevole se prendessi una donna albanese, la porto in Italia per farla prostituire facendole guadagnare qualche euro in più?
Sì, certo che è disdicevole ... ma lo è anche l'azione che faccio sul povero nepalese! Sempre di sfruttamento si parla ... 
Corri, Italo, corri! Tu che puoi ...
Leggevo sul giornale una cronaca sui quei poveretti che s'imbarcano sulle carrette del mare per sbarcare sulle coste italiane. Si saprà mai quanti ne sono morti annegati in tutti questi ultimi decenni?
Corri, Italo, corri! Tu che puoi ...
Nessuno ne parla più ma in Siria si muore ancora, gli elicotteri ad alta quota lanciano dei bidoni pieni d'esplosivo, chiodi e pezzi di metallo che massacrano la popolazione civile. Alla faccia delle bombe intelligenti!
Corri, Italo, corri! Tu che puoi ...
Quanti uomini muoiono dentro le miniere? Quante ne muoiono a causa del cieco sfruttamento? Quanti bei indumenti,oggetti o pietre preziose portiamo addosso e sono il frutto del loro lavoro miseramente pagato?
Corri, Italo, corri! Tu che puoi ...
Sento dei passi dietro di me. Li sento sempre più distintamente. Cerco d'accelerare e di resistere ma inutilmente: un ragazzone nero mi supera. E' un po' più basso di me ma pieno di muscoli.
L'ho già notato altre mattine.
Cerco di tenere il passo ... maledetto ... solo perché hai almeno trent'anni di meno! Ma io non ti mollo. Porca paletta, non ti mollo!
Corri, Italo, corri fino a quando ti scoppia il cuore ....

mercoledì 18 giugno 2014

Il culo delle cinesi


In genere non guardo troppo le statistiche messe a disposizione da Google per informarmi di coloro che decidono di diventare miei lettori (che persone illuminate!). Ma ultimamente mi sono incuriosito ed ho messo il naso fra i numeri scoprendo, con grande divertimento, alcune delle key-words che fanno approdare sul mio blog:

- Di cosa è morto Gigi Ballista?
- Gigi Ballista omosessuale
- Lorena Monezza
- George Clooney cattolico
- Dinosauro + Etna
- Culo cinesi
- Culone cinesi
- Il culo delle cinesi.

Se devo essere onesto, sono rimasto maggiormente intrigato dal legame, che trovo veramente oscuro, fra "Il Guazzabuglio" ed il sedere delle asiatiche!
Poiché è noto il livello della mia autostima (basso) la prima spiegazione che mi sono dato è: Internet deve classificarmi fra quelli che scrivono col "culo" ... duro d'accettare ma ... ok, un giudizio, è un giudizio!
Ritengo che debba essere la stessa opinione che probabilmente risiederebbe nella mente dei giurati del premio letterario "Campiello" qualora scoprissero che sono stato ammesso fra i partecipanti.
L'informazione ricevuta da Google comincia a produrre in me anche dei quesiti.
Mi domando infatti: l'imperscrutabile logica d'Internet e dei suoi motori di ricerca ritengono che ci sia un legame fra la mia faccia ed il posteriore?
Insomma che io sia una "faccia di culo" od abbia "la faccia come il culo"?
Ah no, questo non è proprio gentile, perché offendermi?
Cosa ho fatto io ad Internet per essere così oltraggiato?
No, sto andando oltre ... forse mi sto facendo prendere dal vortice di pensieri insensati, ma ... ... ma perché ricercare quello "delle cinesi"?
Cosa c'è di differente rispetto al posteriore delle argentine o delle malesi? Forse, il colore? Ma chi ha detto che gli asiatici sono gialli? Eppure ho viaggiato abbastanza in oriente ma non ho mai trovato dei veri pigmenti gialli sulla pelle dei cinesi o giapponesi. Soffro d'una forma di daltonismo che riguarda anche questo colore?  ... divago ancora ... insomma cosa c'entrano, le povere cinesi, col loro deretano? Che c'azzeccano direbbe il nostro giudice ex-senzamacchia Di Pietro?
Non lo so.
Purtroppo la curiosità non è una caratteristica solo delle scimmie ma anche dell'Italo scrivente quindi chiedo al signore od alla signora, che qualche settimana fa era interessato/a al "culo delle cinesi" ed infine ha optato per il mio blog, di svelarmi cosa ha dirottato la sua ricerca sul sottoscritto.
Io mi conosco: sono capace d'ora in avanti d'intestardirmi nell'osservare i deretani orientali nella speranza di trovare dei nessi. Cosa si dirà di me? Che sono il solito italiano ossessionato dal corpo femminile? Come spiegare che tutto nasce da Internet?
Dovrò controllarmi e cercare d'evitare di rivolgere lo sguardo sulle parti femminili delle orientali poiché altrimenti renderei il mio comportamento disdicevole. Lo so, forse mi sto suggestionando ... sarò in grado d'esercitare su di me il necessario autocontrollo?
Immaginate cosa potrebbe accadere se io non fossi più in grado di controllare i miei occhi? ... uno di essi, potrebbe disobbedirmi e abbandonarsi alla curiosità procurandomi così una sorta di strabismo oltre che una forma di nevrosi galoppante!
Dio Santo, finirò sul lettino d'un analista ... se riuscissi a trovarne uno che è anche oftalmologo non sarebbe meglio?
Temo il peggio ed il mio futuro si prospetta difficile poiché la mia richiesta di spiegazione lanciata nella rete avrà successo solamente se l'ipotetico/a lettore/trice leggerà questo "post", altrimenti il mistero perdurerà e passerò il resto dei miei giorni ossessionandomi nella ricerca d'un parallelo fra me ed il "culo delle cinesi".
Help!