Aspetto che la macchinetta del caffè finisca il suo lavoro. La guardo come se fossi un medico in attesa della guarigione del proprio paziente.
I miei figli dormono.
La casa di campagna porta il nome di
mia madre. L’abbiamo chiamata Augusta in suo onore. Mi chiedeva sempre se i lavori
avanzavano e mi diceva: chissà se la vedrò?
Verso tutto il caffè in una tazza e
lo schiarisco con un po’ di latte. Torno in camera mia ed indosso una felpa. Certo, siamo in Sicilia ma anche qui la mattina fa freschino.
Esco, fuori fa buio ma dietro la
collina di fronte albeggia.
Dei riflessi arancioni striano la
notte. Fra non molto il sole s’approprierà ancora del cielo.
Mi siedo sul bizzolo (sedile di pietra; nota del traduttore) e mi offro quello
spettacolo sorseggiando la mia bevanda.
Neve non tarda a raggiungermi scodinzolante. E’ una cagna dal manto completamente bianco, da qui il suo nome.
Neve non tarda a raggiungermi scodinzolante. E’ una cagna dal manto completamente bianco, da qui il suo nome.
Approdò sul mio terreno quattro anni
fa. Era ancora una cucciola magra, magra tutta pelle ed ossa. Aveva paura d’essere
avvicinata, probabilmente doveva aveva aver ricevuto delle bastonate.
Cominciammo a nutrirla e non lasciò più il terreno. Crebbe fino a diventare una
cagnona forte e temibile. La vera reggina di questo piccolo pezzo di terreno.
Mi piace osservarla quando sale sui muretti a secco ed annusa l’aria con fare
regale. Sua maestà Neve.
La gratto dietro le orecchie, poi la
prendo con le due mani sotto la mascella ed avvicino il suo muso a me.
- Bella! – le dico.
Compiaciuta, mi passa la sua lingua
sulla faccia.
- Ah, che schifo! – dico e rido.
Lei scodinzola tanto forte da
scuotere la sua possente groppa.
Le do delle pacche amichevoli sul suo
garrese.
Controllo a che punto è il sole …
arriva, arriva.
Ho uno strano malessere dentro.
Non penso che resterò molto nella mia
società. Sono inviso da troppa gente e d'altronde non è neanche colpa loro.
Sono dentro il sistema da trentatré
anni ed incomincio ad essersene stufo. Sono stanco delle sue logiche, dei
giochi di potere, delle manovre interne in cui si celebra l’abilità di chi è
più infido. Sono stufo e loro lo
sanno e loro lo sentono!
Ormai sono quasi un corpo estraneo.
Si sta preparando il rigetto.
Alcune volte mi dico che la mia è
paranoia e cerco di placare la mia ansia ma ultimamente ho raccolto elementi
che mi hanno fatto comprendere che i timori sono fondati. Ho abbastanza esperienza
per sapere cosa accade in questi casi … quando il vuoto incomincia a farsi
intorno a te.
No, mai io mi farò mettere in naftalina, non morirò di morte lenta. Non come Yves.
No, mai io mi farò mettere in naftalina, non morirò di morte lenta. Non come Yves.
Se il rapporto deve finire che
finisca! Una volta per tutte!
So che è quello che voglio e mi
conosco abbastanza bene per sapere che sto cercando di mettere il mio avversario in
condizione di fare la prima mossa.
L’ho fatto anche con Veronique!
Ma lei non era mia nemica!
Perché tutto questo?
Per sciogliermi da tutti i legacci ed
i legaccioli senza alibi e senza rimpianti.
Voglio tornare qui. Voglio ancora
calpestare questa terra e ricominciare a vivere in mezzo ai miei fantasmi.
Non hanno mai smesso di far riecheggiare il loro richiamo in
qualsiasi posto del mondo io fossi. Anche se mi tappavo le orecchie, li sentivo.
Guardo Neve, la prendo per il
sottogola.
- … io amo te, mia bella cagnona! … perché
tu sei la discendente di Argo … e mi fai sentire come Ulisse! -
Quando tornerò definitivamente ... vorrei scendere dal treno ... a Noto arrivano solo dei trenini elettrici ... ma io sogno, è la cosa che so meglio fare nella vita!
Grande Pat Metheny!
Quando tornerò definitivamente ... vorrei scendere dal treno ... a Noto arrivano solo dei trenini elettrici ... ma io sogno, è la cosa che so meglio fare nella vita!
Grande Pat Metheny!