Translate

giovedì 19 dicembre 2013

Bach


E' sera ... anzi sarebbe più giusto dire … è notte.
Tracanno l'ultimo sorso di birra. Direttamente dalla bottiglietta. Sì, proprio così … adoro bere la birra dalla bottiglia (mai dalla lattina!). Acqua e vino, invece rigorosamente dal bicchiere. Perché? Non lo so … forse se mi mettessi in analisi potrei scoprire l’arcano.
Ascolto di sottofondo delle musiche di Bach che Youtube  mi propina da una selezione scelta a caso.
Coll'aiuto del mouse scorro le foto dei differenti personaggi, amici o no, che s’affacciano sul mio profilo.
Sono quasi affascinato di vedere tutti quei volti, alcuni conosciuti altri no. Tutte quelle individualità che fanno massa, che fanno umanità … una comunicazione semplice, quasi elementare. I social network ci riportano in una dimensione infantile, dove la comunicazione è essenziale fatta da “mi piace” e “non mi piace”. Utilizzando un codice binario, lo stesso che fu all'origine dei primi computer. Il loro funzionamento era semplice e basato su bit, byte e quando si voleva esagerare si parlava di “k”.
Sorrido perché penso che il computer sta a me come l’aeroplano stava a mio nonno. Son cresciuto seguendo lo sviluppo dell'informatica mentre mio nonno quello dell'aeronautica.
Quando lui nacque gli aerei non esistevano ancora.
I primi voli s'effettuarono quando doveva essere poco meno che adolescente. Dopo una laurea in ingegneria, si prese una specializzazione alla Sorbona e divenne pilota durante la prima guerra mondiale.
Pilotava i Caproni. Partecipò alla seconda guerra mondiale volando sui ricognitori.
Mi ricordo quando, ormai vecchio e paralizzato nella metà del corpo, lo vidi salire su un Caravelle. Lo portarono sulla pista in carrozzella. Quando arrivarono ai piedi della scaletta cacciò col bastone gl’inservienti che volevano portarlo su a braccia. Salì trascinando la sua gamba addormentata da un ictus che l’aveva colpito qualche anno prima.
Io ero affacciato sull'ampia balconata dell’aeroporto di Catania. Allora la costruzione era molto più piccola e all'interno non vi erano né controlli bagagli né code. Nel bar vendevano cannoli ed arancini, proprio come adesso.
Provai tanta pena per lui ma, quando vidi la sua bianca zazzera sparire dentro la carlinga, gridai: bravo nonno! Trattenni un singhiozzo, poiché l'emozione che m’attanagliava il cuore. Forse una lacrima mi tradì.
Avrei voluto fare con lui quel volo, restargli accanto. Sopra le nuvole gli avrei chiesto ancora di parlarmi del suo Caproni, dei suoi duelli aerei.
Aveva conosciuto Baracca e d’Annunzio. Con quest'ultimo avrebbe dovuto fare il volo su Vienna ma alla vigilia, durante un atterraggio, l’aereo si capovolse e lui si ruppe una gamba. Non entrò nei libri di storia ma in un ospedale da campo dove conobbe mia nonna.
Non mi raccontò mai di quando mitragliava le trincee o di quando lasciava cadere le bombe sui fanti. Forse se ne vergognava.
Vedo una lucina lampeggiare sullo schermo del computer e la foto di mia figlia apparire sulla chat.
“Ciao papà”
“Ciao figlia”, digito
“Cosa ci fai a quest’ora sul sito? Cerchi una fidanzata? J
“ No, basta fidanzate!”
“ … fino alla prossima J!”
“Ah, ah, ah … J
“Ti piace allora andare nei social network?”
M’indispettisco leggere la sua provocazione. Alcuni anni fa avevo promesso solennemente che non ci sarei mai andato ma dopo varie insistenze dei miei figli ho ceduto.
“Beh sì, non è malaccio … a parte l’esibizionismo di certi individui! –
“Chi?”
“Tua cugina, per esempio. Perché quelle foto con l’aria da vamp?”
“Sono fatti suoi, papà!”
Sorrido mentre le riscrivo.
“Sì, sono fatti suoi!”
“Hai cenato?”
Ho una figlia materna.
“Sì, ed ascolto Bach.”
“Allora ti mando un link bellissimo, papà. E’ Gesù gioia degli uomini
Jesus bleibet meine Freude
“??? ... Conosci il tedesco?”
“No, ma è un brano famoso”
“Vabbé, ora ti mando il link … tanti baci papino! “