- Pronto, papà ? –
- Ciao. Sei Italo, vero ? –
- Sì. Il Natale s’avvicina. –
Quando posso, chiamo mio padre durante la pausa di mezzogiorno.
- Te lo ricordi di portarmi quelle
bottiglie di vino? –
Sorrido.
- Certo, così le beviamo alla vigilia
ed il giorno di Natale. –
Lo dico apposta per provocarlo.
- No, per Natale beviamo il mio vino che viene dalla val Tellina. –
- Ed le bottiglie che ti porto, allora?
–
- Quello me le bevo io piano, piano …
me le centellino. –
So che non è vero e che se le berrà nelle riunioni con i suoi amici.
- Ok, te le porto. –
- E’ morto Peter O’Toole, lo sapevi?
–
Ho letto ieri la notizia sul
giornale. Era uno degli attori che più ho amato durante la mia gioventù.
- Sì, lo so. – rispondo.
- Aveva uno sguardo triste, anche quando
era giovane. –
Me li ricordo quegli occhi mesti ed azzurri. Per me lui e T.E. Lawrence (Lawrence d’Arabia; nota
dell’autore) erano la stessa persona.
- Poveretto, chissà s’era di natura tormentata come i personaggi che impersonava? –
- Ti ricordi quando mi portasti a
vedere il film a Gela? –
- No. –
- Avevo otto anni. –
- Ah sì! –
No, non se lo ricorda ma è poco
importante.
- C’era anche Omar Sharif. –
- Un altro che è diventato vecchio! –
Penso a mia nonna che dava del
vecchio anche a chi era più giovane di lei di almeno dieci anni!
- Tutti diventiamo vecchi papà …
l’importante è come lo si diventa. –
- Non cominciare a dirmi che mi muovo
poco … ! –
- No, papà non volevo dirti questo. –
- E’ morta anche Joan Fontaine … bella
donna … ma lei era vecchia già da un po’ di tempo! –
Vorrei chiedergli chi è.
- Era bella quanto Laura Boldrini?-
- Ma che c’entra? Sono due donne
diverse: una è lasciva e provocante l’altra, invece, fa sognare! –
- Chi fa sognare? –
- Joan Fontaine … almeno, quando era
giovane! –
… … …
Dopo aver chiuso la conversazione con
mio padre, m'appoggio contro lo schienale della sedia su cui sono seduto e distendo le
gambe.
Peter O’Toole … con quel costume da arabo! Fantasticavo d'essere come lui.
Dopo averlo visto al cinema di Gela,
tornai a casa e mi guardai allo specchio del bagno. No, io non avevo gli occhi
azzurri.
L’immagine di
Lawrence d’Arabia mi seguì nella mia crescita fino all'età adulta.
Un giorno acquistai “The seven pillars of wisdom” (I sette
pilastri della saggezza; nota del traduttore), anche se si trattava d’un libro “mattone”,
lo divorai.
Per me fu un vero manuale di “management”. Imparai tanto sulla gestione degli uomini.
T.E. Lawrence aveva preso spunto nella
sua azione di mediazione con gli arabi dal “De
bello civile” (sulla guerra civile; nota del traduttore) ed in parte minore da “De bello gallico” ( sulla guerra gallica; ndt) di Giulio Cesare.
Spinto dalla curiosità di conoscere
le fonti di quel libro, rispolverai i miei vecchi testi di liceo. Fu una rilettura feconda.
Una cosa ho fondamentalmente imparato
da tutti quei libri: scova le vanità in un uomo e l’avrai in pugno! … e gli
uomini sono tutti vanitosi.
Qual'è la mia vanagloria? Quella di mostrare a me stesso d'esser capace di manipolatore gli altri quando è necessario.
Adesso, però, tutto ciò' non m’interessa … no, non m’interessa più.