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venerdì 17 gennaio 2014

L'importanza di chiamarsi Persegani


Tutto sommato non mi dovrei lamentare della Francia.
Le poche volte in cui la gente osa lanciarsi nella pronunzia del mio cognome lo fa diligentemente e l'errore a cui non possono rinunziare è il posizionamento dell'accento che immancabilmente fanno cadere sulla i. Quindi oltre le Alpi io mi chiamo Perseganì , Italò Perseganì
Difficile scrivere con la tastiera francese che non contempla l'accento sulla "i" e sulla "o". Devo sempre ricorrere a strani maneggi quando devo accentare queste due vocali. Meglio avrei fatto se avessi chiesto per il mio computer d'ufficio una tastiera italiana come il mio collega Xavier che ne chiese una spagnola, anche se lui è catalano.
Sto divagando.
Quando arrivai in Francia pensai che i problemi col mio cognome sarebbero stati più importanti perché, quando stipulai il contratto di fornitura con Edf (Enel francese), Orange (corrisponde alla Tim italiana) e le Poste, per un arcano motivo il mio cognome si trasformò in Persegnani. Infatti nella mia cassetta delle lettere io appaio con una "n" tra la "g" e la "a". Mi domando ancora come sia stato possibile. Forse ero raffreddato quando, insediandomi nel mio appartamento, pronunciai il mio cognome?
Una cosa è certa: il postino è perspicace poiché tutto ciò che mi giunge intestato con la corretta grafia sa che deve imbucarlo presso Monsieur Persegnani. Forse pensa che la gente s'ostina a scrivere in maniera errata il mio cognome?
Fare queste dissertazioni può sembrare banale ma io ho la profonda convinzione che le storpiature di cui il mio nome di famiglia è stato oggetto, devono aver condizionato la mia crescita procurando fors'anche delle turbe che hanno influenzano lungamente la mia vita. Mi domando se a causa di esse ho maturato delle crisi d'identità e dei miei sindromi d'insicurezza. Difficile da dire.
Tutto cominciò all'asilo.
Mi misero dalle Orsoline, sicuri che il mio debutto nella vita sociale avrebbe avuto un buon inizio posizionandomi sui solidi binari d'una scuola cattolica.
Invece non fu così perché al primo appello la suora disse:
- Persicani. -
Coll'espressione angelica che solo un bambino di quattro anni  e mezzo può avere, corressi:
- Mi chiamo, Persegani. -
- Qua c'è scritto Persicani. -
Me ne dimenticai, preso com'ero dall'euforia d'essere in mezzo a tanti altri bambini.
I giorni trascorsero ed ogni giorno al nome Persicani io alzavo la mano non curandomi di quell'errore.
Fino a quando un giorno ...
- Ma tu hai perso dei cani? - mi disse un bulletto di sei anni.
- No. - risposi un po' spaesato.
- Italo perse li cani ... Italo perse li cani ... -
Tutta la combriccola che ci attorniava scoppiò a ridere ed io mi sentii umiliato.
Quando tornai a casa piansi e raccontai tutto a mia nonna materna (vivevo con lei poiché i miei genitori erano eternamente girovaghi. Mio padre è geologo) che l'indomani parlò con la suora.
L'equivoco fu risolto ed io tornai ad essere Persegani, ma il danno ormai era fatto e la canzonatura continuò.
Italo perse li cani ... Italo perse li cani ...
Resistetti diversi mesi fino a quando mi rifiutai d'andare all'asilo.
La dura ostinazione non fu scalfita fino a quando qualcuno in famiglia pensò che dovevo cambiare cognome. Da un giorno all'altro io divenni Italo Cuoco poiché adottai quello materno.
Quando tornai all'asilo, all'appello sollevai il braccio come se fossi stato un gladiatore reduce dallo scontro finale.
Vissi felice per diversi anni, fino a quando ritornai a vivere con i miei genitori.
Bruscamente tornai ancora ad essere Persegani.
Non fu facile all'inizio, ma lentamente mi abituai anche perché crescendo i miei coetanei persero il piacere di storpiare il mio cognome.
Ciononostante la mia vita ha continuato ad essere costellata di storpiature occasionali che, in alcuni casi, hanno messo in evidenza la creatività delle persone che ho incontrato.
Il panorama è vasto.
Si può, partire da  Pizzicani che a sua volta è diventato Pizzicagnolo (lo considero una delle massime evoluzioni acrobatiche della storpiatura), passare da Pescecani (banale) che s'è tramutato in Piscicani e tornare a Persecani che ci  riporta vicino alla prima storpiatura storica. Quest'ultima possiede una variante siciliana in Pessicani.
Devo dire inoltre che la mia ostinazione nel voler far pronunciare bene il mio cognome mi portò a specificare, in una certa fase della mia vita, che in esso non compare nessuna "c" ma bensì una "g". Quindi presentandomi precisavo sempre : con la "g".
Effettivamente la strategia portò i suoi frutti perché per diverso tempo le statistiche mostrarono un netto miglioramento ed io potei fregiarmi finalmente del nome della mia famiglia senza timore alcuno.
Purtroppo chi mi privò dell'illusione che il periodo delle deformazioni era finito furono due carabinieri che, riportando le mie generalità su un verbale, scrissero Persegani Collagi attribuendomi un doppio cognome.
D'allora lascio che la gente si sfoghi col mio nome di famiglia, permettendo che lo violentino a loro piacimento. Non faccio più caso allo scempio di cui è oggetto ... deve essere il suo destino.
Prima di terminare però devo citare una iperbole della deformazione che produsse Pellicano e due creativi, uno francese ed uno italiano, che passeranno alla Storia per Perd Ses Gants (si pronuncia Persegan ed in francese vuol dire: perde i suoi guanti) e Sega Perni (anagramma di Persegani).
Ed adesso?
Come ho scritto all'inizio, qui in Francia la gente fa attenzione e, a parte l'accento, cerca di pronunciare bene il mio cognome che comunque rimane ostico. Quindi per rendere la vita più semplice agli altri mi presento sempre come Italo.
Cosa c'è di male? ... ho il vezzo dei grandi della storia che firmavano e si facevano chiamare solo col nome proprio: Cesare, Augusto, Alessandro, Napoleone, Aristotele ... ... ... sì, pensandoci bene, a quasi cinquantotto anni, devo ammettere d'aver perso finalmente tutti i miei sindromi d'insicurezza infantile!