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lunedì 13 gennaio 2014

The great escape

- Papà, è da un po' che non ci sentiamo. -
- ... ma che vuoi che ti dica, figlia? Hai un'agenda degna d'un primo ministro! Non riesco mai a trovarti e quando ti chiamo, il tuo telefono mi dirotta sulla messaggeria! -
- Beh, sì ... certo. La scuola, la danza, i compiti ... -
- ... il filarino ... -
- No, non è vero! Ci vediamo poco ... -
- Sì, vabbè ... -
Mia figlia ha una capacità, uguale solo a quella di suo nonno, di dirottare altrove una conversazione quando il soggetto non è di sua convenienza.
- Papà lo sai che Filippo, quel mio compagno di scuola in cui tu vedi una rassomiglianza con Andy Warhol, va in India con i suoi genitori per dieci giorni? -
- Bene. In India anche se fai il tour dei grandi alberghi non puoi non vedere cos'è la diseguaglianza e la vera povertà. -
- Cosa vuoi dire? -
- Che i poveri sono presenti dappertutto, non puoi non vederli. Purtroppo non solo in India ... basta uscire fuori dai paesi occidentali. Voi ragazzi cresciuti nel benessere non avete mai visto con i vostri occhi la miseria. -
- Non è vero ... su internet è possibile vedere tutto ... -
- Sì, forse ... ma da internet come dalla televisione tu ricevi che delle immagini bidimensionali e senza odore. La miseria ha un odore acre che si confonde con la puzza ... e non è solo un problema olfattivo ma di percezione della realtà! L'immagine in uno schermo rimane lontana ... manca la prossimità e la sensazione che la povertà si può toccare con la mano. -
- Tu l'hai vista, papà? -
- Da privilegiato, dietro i vetri d'una macchina con autista. L'ho vista in India, in Viet-Nam, in Sud-Africa, in Brasile,nelle Filippine, in Malesia, in Zambia, ad Abu Dhabi, in Colombia, qualche anno fa in Cina. Sì ho visto la vera povertà, quella che impedisce di soddisfare i bisogni primari d'un essere umano! -
Sento sempre uno strano senso di disaggio e, perché no, di senso di colpa quando ripenso ai miei viaggi di lavoro. Sorrido ricordando a quando ero bambino ed ascoltavo un ex-missionario salesiano che mi parlava dei bambini lebbrosi in India. Era stato nominato parroco a Gela perché troppo vecchio per continuare ad esercitare la sua missione. Allora non esistevano immagini ma solo le parole di un uomo dalla folta barba grigia alto e tanto fiero che neanche il peso degli anni era riuscito a piegare. Dopo i suoi racconti mi dicevo che sarei stato pronto, una volta adulto, ad andare in India a curare gl'indigenti.
Ho certamente tradito quel bambino. Dove sei padre Scuderi?
- Papà, perché non parli più? -
- Scusa figlia, stavo pensando ... -
- A cosa? -
- A niente d'importante ... - anch'io so mentire - o meglio, stavo pensando che la disuguaglianza è il motore dell'umanità. Coloro che sono negli strati più bassi della società si battono per uscire dal loro stato  creano l'energia che è il motore del progresso ed il benessere ... sono processi lunghi ... ma inesorabili. -
- Quindi i poveri sono necessari? -
- No, non i poveri ... ma la diseguaglianza ...la povertà che annulla la dignità degli uomini e che impedisce il soddisfacimento dei loro bisogni primari ... quella bisogna combatterla. Bisogna che la diseguaglianza fra gli uomini si crei al di sopra della soglia dell'indigenza e della sofferenza fisica. -
- Non capisco ... -
- Ti faccio un esempio ... tre secoli fa in Europa la vita media era più bassa ... insomma si moriva molto prima ... la rivoluzione industriale ha attirato manodopera dalle campagne ... ma nelle città, sempre più popolose, si moriva a causa delle epidemie ... da qui la necessità di creare dei sistemi d'acqua potabile e di fogne efficienti. Tutto ciò insieme all'impianto della distribuzione energetica, al miglioramento della nutrizione ed al progresso della medicina ha portato il benessere delle popolazioni europee ad un livello in cui i bisogni primari sono ampiamente soddisfatti. Adesso in Europa la diseguaglianza si misura sull'ultimo modello di cellulare o di iPad posseduto ... quindi siamo al di sopra dell'indigenza e della sofferenza fisica. -
-  Allora la disuguaglianza sono i cosi, come dice il nonno! -
Sorrido.
- Sì, i cosi ... se vogliamo semplificare! -
- Papà! -
- Sì, figlia. -
- Non so più se diventare magistrato per combattere la mafia o dedicarmi alle cause umanitarie. -
- Prenditi il tempo necessario per fare la tua scelta ...  perché sarà una scelta importante, figlia mia. Intanto ... intanto salutami il filarino ... -


P.S. Per scrivere questo dialogo mi sono ispirato ad un articolo di Giorgio Barba Navaretti apparso su "Il Sole 24 Ore" del 5 gennaio 2014. Il titolo è "Grande fuga dalla libertà". Se vi capita leggetelo, è interessante.