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mercoledì 30 marzo 2016

Lettera aperta ai candidati Sindaco per la città di Noto



Buon giorno, mi chiamo Italo Persegani e sono quel signore che nelle foto indossa una camicia a scacchi, prossimo alla sessantina e col fisico un po’ appesantito per i troppi anni passati dietro alle scrivanie. Sono stato immortalato mentre raccolgo immondizia nella giornata del 29 marzo 2016 sulla strada provinciale n. 64 in contrada Fiumara ad appena un chilometro dal paese di Noto. I “trofei” raccolti si trovavano in parte sul ciglio della strada ed in parte dentro il terreno d’un signore a me sconosciuto. Mentre ero in procinto di lanciarmi nella mia impresa una macchina s’è accostata ed un giovanotto dal finestrino m’ha apostrofato: guardi che qui a Noto c’è un luogo apposito dove gettare l’immondezza! Gli ho sorriso e gli ho risposto: non getto, raccolgo. No, l’immondizia non era mia ma di qualcun altro che pratica la disciplina sportiva del “lancio del sacchetto”. Nel meridione, e nello specifico in Sicilia, vi sono molti adepti a questo sport. Infatti non sono pochi coloro che da decenni nutrono la speranza che la specialità sia introdotta fra le discipline sportive delle prossime olimpiadi, non quelle del Brasile (ormai troppo prossime) ma quelle successive. Per questo motivo gli atleti s’allenano duramente ogni giorno ed i sacchetti che si trovano un po’ dappertutto sono il risultato delle dure sessioni d’allenamento. Non sia mai che finalmente il “lancio del sacchetto” entri fra le discipline del comitato olimpico e loro si trovino impreparati!


Non esiste solo l’ipotesi olimpica per fornire una spiegazione alla piaga dell’immondizia sparsa per le strade, infatti vi è chi, seguace di Lorenz Konrad e particolarmente ferrato in etologia comparata (scienza che esplora le correlazioni fra l’antropologia e l’etologia), ha trovato un’altra spiegazione: coloro che disseminano l’immondizia sono molto prossimi agli animali ed in particolare ai cani. E’ ben noto, infatti, il comportamento dell’amico dell’uomo che, quando può, delimita la sua zona mingendo l’urina in un’area immaginaria. Bene, i “lanciatori/trici di sacchetti” osservano lo stesso rituale in quanto depositano le loro lordure lungo i confini immaginari dell’area in cui abitualmente vivono. E’ stato osservato infatti che nessuno deposita l’immondizia nell’appartamento o nel proprio condominio ma lontano da dove in genere si risiede. Sì, esattamente come le simpatiche bestie! Avete mai visto un cane fare pipì o cacca dentro la propria cuccia? Certo che no, esattamente come i “lanciatori d’immondizia” che quindi, a tutti gli effetti, possono definirsi più vicini agli animali che agli esseri umani. Scrivendo questo non vogliamo arrecare nessuna offesa ai cani poiché come diceva Eberhard Trumler: Il mondo del cane è più ricco di quanto noi si possa immaginare.


Non è da credere che questa teoria, per quanto dotta, sia universalmente accettata poiché esistono innumerevoli detrattori. Fra i più agguerriti vi sono coloro che sostengono la non fondatezza di questo pensiero in quanto la teoria non può estendersi su tutto il genere umano. Infatti, dicono, perché i “lanciatori di sacchetti” si concentrano di più nel meridione dell’Europa ed in particolare nel Sud dell’Italia e non si distribuiscono equamente su tutto il territorio? In effetti gli etologi per un certo tempo rimasero disorientati di fronte a questa affermazione ma a loro venne in aiuto Charles Darwin, padre della teoria evoluzionista. Il grande scienziato sostenne che i “lanciatori di sacchetti” sono un esempio d’evoluzione ritardata rispetto al resto del genere umano. Sì, ma perché la popolazione dei “lanciatori” si concentra di più nel sud? Perché l’effetto climatico (il sole, il caldo) rende il genere umano più pigro e con riflessi tanto allentati da ritardarne, in certi casi, anche l’evoluzione soprattutto in soggetti che possiedono un limitato sviluppo celebrale. La specifica tecnica dei “lanciatori di sacchetti” siciliani, che si contraddistinguono nella tecnica e nell’ostinazione dell’atto, fece riflettere Darwin sull’opportunità di verificare la sua teoria evoluzionistica su un’isola e per un certo tempo fu combattuto se scegliere o le Galapagos o la Sicilia. Come tutti sanno scelse l’arcipelago delle Galapagos e qualche suo maldicente coevo disse che optò per l’alternativa più facile.


Scusatemi cari candidati se mi sono così dilungato nell’introduzione di questa mia ma penso che abbiate ben compreso che sul soggetto possiedo (ahimè!) una certa sensibilità. Per fortuna, non sono il solo poiché a Noto siamo in molti ad essere preoccupati: non solamente i nuovi residenti (io ho scelto di trasferirmi in zona nel 2004) ma anche la maggior parte dei netini che vorrebbero il loro territorio più pulito. In realtà io sono poco interessato a conoscere se dietro all’annoso fenomeno si celino teorie sportive, antropologiche o evoluzionistiche, vorrei invece che il fenomeno cessasse o quanto meno s’attenuasse drasticamente. Per sgombrare il campo da qualsiasi dubbio e retro pensiero che può far pensare che io sia il solito “forestiero” che viene in Sicilia per dire la sua, voglio subito precisare che sono siciliano di nascita e che pur avendo vissuto per necessità buona parte della vita fuori dalla mia isola ritengo di conoscere la Sicilia come le mie tasche. Ho deciso di tornare e questa volta, come Patrick de Mac Mahon, j’y suis, j’y reste (ci sono e ci resto!)! Quindi, ed arrivo al punto di questa mia, qual è il vostro piano per sconfiggere il malcostume imperante del “lancio della spazzatura”? La mia domanda, ed adesso smetto di celiare, è seria e dovrebbe ricevere una risposta altrettanto seria, fatta di programmi su cui dovrete rendere conto ai cittadini. Per favore, non vi sto chiedendo d’esercitarvi in dichiarazione d’intenti od in slogan elettorali, ma un piano programmatico (azioni, modalità, finanziamenti, tempistiche) che mostri una capacità di risposta concreta ad un problema. Lo so che siete impegnati ad “acchiappare” voti ma questa lettera (la indirizzerò al sito d’ognuno) dovrebbe essere un’opportunità per ciascuno di voi per mostrare di che pasta è fatto. Noto, come molte città italiane, ha molti problemi e quello della sporcizia diffusa è uno dei tanti ma l’illustrazione d’un programma serio sull’argomento potrebbe far ben sperare che anche sugli altri soggetti abbiate la capacità di ben proporvi. Potrebbe far credere.
Non serve una risposta che descriva il passato ma che dia delle soluzioni guardando al futuro. Non mi faccio illusioni: se non dovessero esserci risposte a questa mia non mi sentirò frustrato poiché anche una non risposta consentirà di comprendere il vostro approccio su problemi concreti.

Cordialmente
Italo Persegani

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