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domenica 9 marzo 2014

La mano d'un bambino






                                            

Una mano, quella d'un bambino, 
Incerta, vuole toccare il mio viso. 
Lieve, si tende mentre m'avvicino.
Afferra il naso, regala un sorriso
Mentre fiero stringe la preda.
Prosegue il gioco puerile
E prima che me n'avveda
Giunge alla bocca virile
Sfiorandola col tocco leggero.
Le dita imprigiono colle labbra
Di nuovo mi sorride sincero.
Un frullo d’uccello che si libbra
Ruba l'attenzione dal sollazzo.
Cerco di nuovo il viso d’infante
Che ormai pare già un ragazzo.
Il suo sguardo smarrito invocante
M'interroga incerto su dove andare
Gl'indico il mare, il cielo ed il campo
Dove le cicale non posson mancare.
Uomo è divenuto, come un lampo
S’è trasformato e le sue guance coperte
Di giovane pelo l’aria gli danno di guerriero
Gli dico, questo è un mondo ancora inerte,
Terra da rendere fertile come il tuo pensiero!
Trasformala e falla più bella di quanto
Nessuno ha avuto il dono d'immaginare!
Colla mano coperta dal ferreo guanto 
Afferra il drappo, s'accinge a camminare
Avanzando con passo privo d'esitazione.
Ricordo quanto piccola fosse quella mano
Mentre il cuore mi palpita per l'emozione
E la vita mi travolge portandomi lontano.