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giovedì 20 febbraio 2014

Un terrone a Parigi


Una magnifica giornata di sole oggi a Parigi.
Fa freddo ma il cielo è sgombro di nuvole. Il suo azzurro rallegra una città su cui per diversi giorni ha predominato il grigio.
Il cellulare lampeggia. Mio figlio primogenito.
Devo richiamarlo ... il costo della telefonata è sempre mia prerogativa. Neanche da discutere. Perché io quando chiamo mio padre non lo faccio pagare?
Chissà se i miei nipoti faranno pagare le telefonate ai loro papà?
- Ciao figlio, come stai? -
- Bene e tu? Com'è andata in Germania? -
Ieri ho fatto un'andata e ritorno da Francoforte.
- Non male ... non ho lasciato l'aeroporto. Le riunioni le abbiamo fatte lì, in una sala del Business Center. Pratico ed efficiente come tutto in Germania! -
- Ti piace la Germania, papà? -
- Non la conosco abbastanza, figlio. Ci sono stato diverse volte per lavoro e mi sono sempre trovato bene con i miei colleghi tedeschi. Credevo di trovarli arroganti ma non lo sono certamente di più dei miei colleghi francesi! Forse essere un italiano non è sempre un vantaggio nel mondo. Abbiamo una così cattiva reputazione e siamo preceduti dall'immagine d'eterni cialtroni. Quindi quanto parliamo d'affari ci troviamo davanti gente che ha sempre un atteggiamento un po' diffidente nei nostri riguardi perché s'aspetta la fregatura. Ci mettiamo un po' per ristabilire un clima di fiducia e di rispetto ... sai quante volte ho dovuto combattere contro l'idea che tutti gl'italiani fossero come il Berlusca? -
- Ti sei arrabbiato? -
- Certo che sì, ma poi ci fai l'abitudine ... è da quando ho lasciato la Sicilia che devo battermi contro il pregiudizio che si può essere siciliano senza essere mafioso od italiano senza essere un cialtrone. -
- Ma solo tu mi racconti queste cose, papà! Non è che sei un po' paranoico con questa storia di venire dal sud? -
- Paranoico? Hai mai sentito nei notiziari in Italia cosa dicono i giornalisti quando arrestano un delinquente? Specificano sempre la provenienza se ha origini siciliane, calabresi, pugliesi o campane. Ma in Italia non esistono furfanti che hanno una discendenza lombarda o veneta? Non ci sono delinquenti che provengono da famiglie che d'almeno quattro generazioni hanno vissuto in Val Tellina, nel bergamasco od a Cuneo? -
Ride.
- Sì, può darsi ma tanti tuoi amici, anch'essi meridionali, quando si parla di questo argomento non lo trattano nella stessa maniera! -
- ... ok d'accordo, se ti fa comodo sono paranoico! Mi ricordo che quando avevo la tua età ero un irrequieto e cambiavo in media occupazione ogni anno (all'epoca si poteva fare poiché la domanda di giovani con una buona laurea era sostenuta) quindi mi sottoponevo spesso a colloqui di lavoro. Un giorno ne ebbi uno con un head hunter (letteralmente cacciatore di teste, coloro che cercano talenti per il mondo del lavoro; nota del traduttore) che mi chiese: ma quando, lei è emigrato a Milano dal Sud? -
- Che scemo! -
- ... io gli risposi: ma io non sono emigrato, l'Italia è il mio paese e mi sembra che ci sia la libera circolazione! -
- Fosti gentile ... -
- Aspetta ... alla fine del colloquio mi diede la mano e quasi si scusò: forse, l'ho provocata un po' ma volevo vedere le sue reazioni! ... io gli risposi: non si preoccupi. -
- Sei stato un signore ... -
- Aspetta ... tornai indietro e gli dissi: mi scusi, stavo quasi per dimenticarlo, ma si ricordi di salutarmi quella prostituta di sua madre! Prima che reagisse aggiunsi: non se la prenda volevo solo vedere come reagisce alle provocazioni! -
- Ahahah ... papà sei forte! ... ma dicendo così tu l'insultasti! Lui t'aveva solo provocato! -
- Sì, hai ragione ma che vuoi? Noi terroni esageriamo sempre ... andiamo oltremisura! -
- Ma ti selezionarono alla fine? -
- ... tu che dici? -