Buon giorno, mi chiamo Italo Persegani e sono quel signore
che nelle foto indossa una camicia a scacchi, prossimo alla sessantina e col
fisico un po’ appesantito per i troppi anni passati dietro alle scrivanie. Sono
stato immortalato mentre raccolgo immondizia nella giornata del 29 marzo 2016
sulla strada provinciale n. 64 in contrada Fiumara ad appena un chilometro dal
paese di Noto. I “trofei” raccolti si trovavano in parte sul ciglio della strada
ed in parte dentro il terreno d’un signore a me sconosciuto. Mentre ero in
procinto di lanciarmi nella mia impresa una macchina s’è accostata ed un
giovanotto dal finestrino m’ha apostrofato: guardi che qui a Noto c’è un luogo
apposito dove gettare l’immondezza! Gli ho sorriso e gli ho risposto: non
getto, raccolgo. No, l’immondizia non era mia ma di qualcun altro che pratica
la disciplina sportiva del “lancio del sacchetto”. Nel meridione, e nello
specifico in Sicilia, vi sono molti adepti a questo sport. Infatti non sono
pochi coloro che da decenni nutrono la speranza che la specialità sia
introdotta fra le discipline sportive delle prossime olimpiadi, non quelle del
Brasile (ormai troppo prossime) ma quelle successive. Per questo motivo gli
atleti s’allenano duramente ogni giorno ed i sacchetti che si trovano un po’
dappertutto sono il risultato delle dure sessioni d’allenamento. Non sia mai
che finalmente il “lancio del sacchetto” entri fra le discipline del comitato
olimpico e loro si trovino impreparati!
Non esiste solo l’ipotesi olimpica per fornire una
spiegazione alla piaga dell’immondizia sparsa per le strade, infatti vi è chi, seguace
di Lorenz Konrad e particolarmente ferrato in etologia comparata (scienza che
esplora le correlazioni fra l’antropologia e l’etologia), ha trovato un’altra
spiegazione: coloro che disseminano l’immondizia sono molto prossimi agli
animali ed in particolare ai cani. E’ ben noto, infatti, il comportamento
dell’amico dell’uomo che, quando può, delimita la sua zona mingendo l’urina in
un’area immaginaria. Bene, i “lanciatori/trici di sacchetti” osservano lo
stesso rituale in quanto depositano le loro lordure lungo i confini immaginari
dell’area in cui abitualmente vivono. E’ stato osservato infatti che nessuno
deposita l’immondizia nell’appartamento o nel proprio condominio ma lontano da dove
in genere si risiede. Sì, esattamente come le simpatiche bestie! Avete mai
visto un cane fare pipì o cacca dentro la propria cuccia? Certo che no,
esattamente come i “lanciatori d’immondizia” che quindi, a tutti gli effetti,
possono definirsi più vicini agli animali che agli esseri umani. Scrivendo
questo non vogliamo arrecare nessuna offesa ai cani poiché come diceva Eberhard
Trumler: Il mondo del cane è più ricco di quanto noi si
possa immaginare.
Non è da credere che questa teoria, per quanto dotta, sia
universalmente accettata poiché esistono innumerevoli detrattori. Fra i più
agguerriti vi sono coloro che sostengono la non fondatezza di questo pensiero
in quanto la teoria non può estendersi su tutto il genere umano. Infatti,
dicono, perché i “lanciatori di sacchetti” si concentrano di più nel meridione
dell’Europa ed in particolare nel Sud dell’Italia e non si distribuiscono
equamente su tutto il territorio? In effetti gli etologi per un certo tempo
rimasero disorientati di fronte a questa affermazione ma a loro venne in aiuto
Charles Darwin, padre della teoria evoluzionista. Il grande scienziato sostenne
che i “lanciatori di sacchetti” sono un esempio d’evoluzione ritardata rispetto
al resto del genere umano. Sì, ma perché la popolazione dei “lanciatori” si
concentra di più nel sud? Perché l’effetto climatico (il sole, il caldo) rende
il genere umano più pigro e con riflessi tanto allentati da ritardarne, in
certi casi, anche l’evoluzione soprattutto in soggetti che possiedono un
limitato sviluppo celebrale. La specifica tecnica dei “lanciatori di sacchetti”
siciliani, che si contraddistinguono nella tecnica e nell’ostinazione
dell’atto, fece riflettere Darwin sull’opportunità di verificare la sua teoria evoluzionistica
su un’isola e per un certo tempo fu combattuto se scegliere o le Galapagos o la
Sicilia. Come tutti sanno scelse l’arcipelago delle Galapagos e qualche suo
maldicente coevo disse che optò per l’alternativa più facile.
Scusatemi cari candidati se mi sono così dilungato
nell’introduzione di questa mia ma penso che abbiate ben compreso che sul
soggetto possiedo (ahimè!) una certa sensibilità. Per fortuna, non sono il solo
poiché a Noto siamo in molti ad essere preoccupati: non solamente i nuovi
residenti (io ho scelto di trasferirmi in zona nel 2004) ma anche la maggior
parte dei netini che vorrebbero il loro territorio più pulito. In realtà io
sono poco interessato a conoscere se dietro all’annoso fenomeno si celino
teorie sportive, antropologiche o evoluzionistiche, vorrei invece che il
fenomeno cessasse o quanto meno s’attenuasse drasticamente. Per sgombrare il
campo da qualsiasi dubbio e retro pensiero che può far pensare che io sia il
solito “forestiero” che viene in Sicilia per dire la sua, voglio subito
precisare che sono siciliano di nascita e che pur avendo vissuto per necessità
buona parte della vita fuori dalla mia isola ritengo di conoscere la Sicilia
come le mie tasche. Ho deciso di tornare e questa volta, come Patrick de Mac
Mahon, j’y suis, j’y reste (ci sono e ci resto!)! Quindi, ed arrivo al punto di
questa mia, qual è il vostro piano per sconfiggere il malcostume imperante del
“lancio della spazzatura”? La mia domanda, ed adesso smetto di celiare, è seria
e dovrebbe ricevere una risposta altrettanto seria, fatta di programmi su cui
dovrete rendere conto ai cittadini. Per favore, non vi sto chiedendo
d’esercitarvi in dichiarazione d’intenti od in slogan elettorali, ma un piano
programmatico (azioni, modalità, finanziamenti, tempistiche) che mostri una
capacità di risposta concreta ad un problema. Lo so che siete impegnati ad
“acchiappare” voti ma questa lettera (la indirizzerò al sito d’ognuno) dovrebbe
essere un’opportunità per ciascuno di voi per mostrare di che pasta è fatto.
Noto, come molte città italiane, ha molti problemi e quello della sporcizia
diffusa è uno dei tanti ma l’illustrazione d’un programma serio sull’argomento
potrebbe far ben sperare che anche sugli altri soggetti abbiate la capacità di
ben proporvi. Potrebbe far credere.
Non serve una risposta che descriva il passato ma che dia
delle soluzioni guardando al futuro. Non mi faccio illusioni: se non dovessero
esserci risposte a questa mia non mi sentirò frustrato poiché anche una non
risposta consentirà di comprendere il vostro approccio su problemi concreti.
Cordialmente
Italo Persegani