- Papà hai ascoltato “Space Oddity” cantata dall’astronauta canadese?
–
- Tu parli della canzone di David Bowie? –
- Sì, è stata la prima canzone registrata nello spazio. Guarda ed
ascolta … -
Sto scrivendo un articolo ma lui s’impossessa del mio mouse e va su
Youtube.
Entrambe osserviamo l’inizio del video.
Delle note di piano accompagnano il volo del laboratorio spaziale
sospeso nel cielo mentre sotto di esso scorre una terra nuvolosa.
La musica è lenta quasi svogliata ma presto riesco a distinguere il
motivo vecchio più di quarantacinque anni.
Forse sono trascorsi gli stessi anni da quando frequentavo Carmelo.
Mentre il video mostra l’astronauta dalla voce triste cantare io penso
alla rimpatriata di oggi col mio vecchio compagno di classe.
Ci siamo dati appuntamento ad Augusta, in un bar.
- Ti ringrazio d’essere venuto da Noto. –
- L’ho fatto con piacere per rivedere un vecchio compagno di classe e
per discutere con te del progetto dell’associazione “La Sicilia e noi” che
vorrei costituire. –
Guardai Carmelo.
Avevo di lui un’immagine un po’ confusa, troppo lontana nel tempo.
Cercai d’immaginarmi le sue fattezze d’adolescente ma non fu facile. Davanti avevo
un signore con i capelli canuti quasi immacolati ed un viso rotondo dai tratti
gentili.
Mi chiesi cosa vedeva lui in me.
Un uomo un po’ imbolsito e con i capelli e la barba grigia … niente di
più.
- Io non mi sono mai mosso da Augusta. – esordì.
- Io me ne sono andato a malincuore all’età di quindici anni ma non ci
sono più voluto tornare … troppo sconquassata ed imbruttita, troppo lontana dai
miei ricordi. Dieci anni fa sono tornato in Sicilia ma per costruirmi una casa
a Noto … adesso quasi ci abito. –
Ci raccontammo un po’ la nostra vita e mi resi conto che l’unica cosa
che avevamo ancora in comune erano solo gli anni delle scuole medie passati
sugli stessi banchi di scuola.
Ben presto ci rendemmo conto che non avevamo nient’altro da dirci. Ma Carmelo
rilanciò l’argomento che ci aveva portato ad incontrarci.
- … bene, allora vuoi fare un’associazione se ho ben capito leggendo
il post che hai pubblicato su Facebook … un caffè, per favore. – chiese alla
cameriera che ci guardava – Tu vuoi niente? –
- Un caffè, anch’io. Grazie … sì, certo voglio creare un movimento d’opinione!
–
- Vuoi fare la rivoluzione? –
- No, nessuna rivoluzione … vorrei che le cose cambiassero e che la
gente cominciasse ad aggregarsi. –
- Per far che? –
- Per non permettere che la Sicilia si sgretoli e che non rimangano
solo macerie. –
- Insomma vuoi fare della politica. –
- Ma quale politica! Vorrei creare solo un’associazione che faccia
pressione sui politici e non importa per quale partito militino. -
Carmelo mi guardò con aria inespressiva.
- Non capisco spiegati meglio. –
- Ecco, io penso che l’unica ricchezza rimasta su cui può puntare la
Sicilia sono le vestigia che la storia ci ha lasciato … insomma il patrimonio
artistico, culturale e quello paesaggistico … bisognerebbe portare più riguardo
a quest’ultimo perché attraverso esso si può creare lavoro. Si può attirare l’attenzione
d’investitori che credono nella Sicilia … inutile cercare finanziamenti statali
con l’Italia e la regione Siciliana indebitati fino al collo. La nuova generazione
può sperare nell’occupazione. –
- Belle parole, ma qual è la tua strategia? –
La cameriera ci portò i due caffè.
Era truccata come Amy Winehouse e sulle punte delle unghie s’era fatta
incollare degli artigli dai colori impossibili.
Mi chiesi come diavolo faceva a lavorare con quelle dita.
Carmelo ed io prendemmo una pausa.
Il mio ex-compagno di scuola beveva il caffè amaro, io invece, dentro
la tazzina, ci versai l’intera bustina di zucchero.
- Ecco tutto si deve muovere su due assi: uno promozionale affinché si
sviluppi una vera presa di coscienza del vasto patrimonio di cui siamo
detentori, l’altro di denuncia nei confronti delle amministrazioni inadempienti
o distratte. Insomma sarebbe bello che fra le tante promesse che fanno i
politici per farsi eleggere ci sia anche quello del recupero e della
valorizzazione delle ricchezze regionali! –
- Promesse, promesse … sai quante te ne fanno i politici? Una volta
eletti chi si ricorda delle promesse? … eppoi io non credo che tutta questa
attività di denuncia porti a qualcosa … i politici se ne fregano e tu ti fai
molti nemici … a cosa serve farsi dei nemici? –
- Beh, se t’investi in una causa qualche nemico te lo fai. –
- Ma tanto qui non cambia nulla … ti sei messo su internet alla
ricerca di chi crede nella valorizzazione della Sicilia, tutti t’inviano i loro
“mi piace” ma poi, quando si deve fare qualcosa … ti lasciano solo. –
- Insomma la filosofia del Gattopardo ancora non è morta da queste
parti. -
Rimanemmo in silenzio mentre io mi chiedevo perché avessi deciso di
perdere quel pomeriggio ad Augusta.
- Sai cosa diceva mio nonno? – chiese ad un tratto Carmelo.
- No, cosa diceva tuo nonno? –
- Vasa ‘dda manu ca vo’taghiata … bacia la mano che vorresti tagliata.
–
- Forse bisognerebbe smetterla di baciare le mani e pensare a tagliarle
un po’! Sai che dice un mio amico palermitano? –
- No, che dice? –
- Che se si vuole pulire la Sicilia e renderla migliore, bisogna
togliere il tappo per farla affondare. Aspettare venti minuti e farla
riemergere. Poi, levare il tappo di nuovo per farla nuovamente affondare per
evitare che qualche siciliano sia ancora sopravvissuto. Alla fine la si fa
riemergere definitivamente … ecco, anche se lui racconta ciò per far divertire
gli amici, io in questo momento ascoltandoti vorrei andare a cercare il tappo. –
- Attento, perché magari annegato ci finisci tu. –
- Sì, certo, ma io la mia vita l’ho fatta … l’importante è che i miei
figli, la gioventù che verrà dopo di noi sappia nuotare e meriti di restare a
galla. Noi abbiamo il dovere di nutrire almeno la speranza delle generazioni
che seguiranno la nostra. –
- Eccola la nuova gioventù! – disse il mio ex-compagno di classe indicandomi
un gruppo di giovani che facevano capannello nella piazza – Tutti col bicchiere
in mano e con i capelli tagliati come se avessero sulla testa uno scopino del
cesso! -
No, non ci lasciammo bene con Carmelo … chissà se fra quarantacinque
anni c’incontreremo ancora?
Ormai sullo schermo scorrono le ultime immagini dell’astronauta
canterino.
Sono passati più di quarantacinque anni da quando quella canzone è
stata scritta ed adesso è arrivata pure nello spazio mentre qui in Sicilia nulla
è cambiato.
No, io non farò la rivoluzione spero però che un giorno qualcuno la
faccia.
Ma dallo spazio, guardando la Trinacria, non è possibile vedere dov'è stato
messo il tappo?
Nessun commento:
Posta un commento