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martedì 16 settembre 2014

... mamma mia, siamo in recessione!




Sono seduto ad un tavolino su un terrace che da sul pont d'Alma non lontano dal tunnel dove trovò la morte la principessa Diana. Il sole tiepido settembrino comincia ad abbassarsi ed acceca gli avventori. Io non porto gli occhiali scuri e quindi ho gli occhi chiusi e lascio che i rumori del traffico e degli altri clienti mi giungano all'orecchie confusi e mischiati.
- Ma hai letto che l'Italia è in recessione? Il Pil decresce. - dice un ragazzo alla sua giovane compagna.
Sono seduti nel tavolino accanto al mio. Sono italiani, li avevo riconosciuti già quando avevano preso posto. Riconosco i miei connazionali per come si vestono e come si muovono.
- Mamma mia! Ma dove andremo a finire? -
- Che vergogna! E chi ci torna in Italia? -
Apro un occhio e li spio.
Hanno l'età del mio primogenito.
Abbandono la mia posa rilassata e mi metto in posizione più eretta sulla sedia. Frugo dentro la tasca della mia giacca e tiro fuori il "coso". Ci armeggio sopra fino a quando vedo apparire sullo schermo quello che cerco.
Lo porgo ai due ragazzi.
- Guardate qua ... leggete. -
- Ma lei è italiano? -
- Italiano ... italiano come voi. Leggete e poi mi dite cosa ne pensate. -
Il ragazzo prende il "coso" e lo mette fra lui e la sua giovane amica ed entrambi cominciano a leggere.

Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo. 
 Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. 
Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.

Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi.

Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.

- Interessante, ma di chi è? -
- Di Robert Kennedy, il fratello del presidente. Se leggete bene vedrete che questo discorso l'ha pronunciato nel 1968, qualche mese prima d'essere ammazzato. -
- Quindi se il Pil decresce non è una brutta cosa? - mi chiede la ragazza che sembra essere più ansiosa.
Dall'accento sembrano venire dal Lazio.
- Né brutta, né bella ... il Pil è solo un indicatore ... dipende da quello che ci si mette dentro. Il buon Bob Kennedy non avrebbe mai potuto immaginare che adesso nel PIL ci hanno aggiunto anche le puttane, i magnaccia e gli spacciatori di cocaina. Si sono dimenticati i corrotti, ma non disperate ... arriveranno anche loro! -
- Beh, in fatto di zoccole, magnaccia e bustarelle semo er meio do monno! Vor dì che uscemo presto de sta crisi!- 
- Sì, c'hai ragione ... ma che ce frega a noi! - mi sento autorizzato ad usare la cadenza capitolina, mio padre è romano - Che fa'? M'o ridai er "coso"? -
Si scusa mentre me lo porge ed io lo ripongo nella tasca interna della giacca.
La luce del sole pomeridiano è proprio accecante ed io m'allungo di nuovo sulla sedia e chiudo gli occhi.
- Che forte 'sto Bob! ... mi scusi, ma lei è de Roma? -


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