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sabato 3 maggio 2014

Amicus Plato sed magis amica Veritas

vignetta (1)

Ho letto da poco un articolo scritto qualche settimana su un blog che si chiama "Amicus Plato sed magis amica Veritas" (sono amico di Platone ma ancora di più della Verità; nota del traduttore) (2).
Sono uno dei follower di questo "blog (http://amicusplatosedmagisamicaveritas.blogspot.com/) che è gestito dalla signora Rosa Elisa Giangoia (ho il sospetto che sia stata professoressa di materie umanistiche). Il post che ha stimolato il mio interesse è stato scritto da Carlo Biancheri ed è intitolato "Dilettanti allo sbaraglio".
Adoro questo blog che pubblica (periodicamente) dei post che trasudano citazioni (rigorosamente precise ed appropriate).
Nel caso specifico l'autore, per sostenere la sua tesi, scomoda Manzoni, Pirandello, Pajetta, Ruini, il Concilio Vaticano II, Maritain, Chenu, Congar, Nietzsche, Savonarola, Prodi, Schultz, Aristotele (come poteva mancare? Vi domanderete voi?). Ma non è finita! Nelle risposte ai lettori il signor Biancheri s'aiuta con Gioberti, Mussolini ed il grande Ugo (Foscolo).
Ci avrei aggiunto anche Cattaneo e Salvemini ... ma si sa, io sono uno che esagera!
La prego signora Giangoia non interpreti male queste mie righe. Non mi sto burlando del suo blog, la mia invidia (non saprei proprio scrivere un post con tale concentrato di buona cultura) si stempera attraverso l'ironia.
Al di là del divertimento d'una lettura che mette alla prova costantemente le mie conoscenze accumulate faticosamente in 58 anni di vita, gli argomenti toccati dal blog sono sempre seri e trattano aspetti socio-politici della nostra Italia. Argomenti che m'interessano molto.
La tendenza del Blog è quella di bacchettare tutti sulle dita e d'imputare i principali problemi su cui faticosamente galleggiamo all'insipienza ed all'approssimazione della nostra classe politica (compresi Grillo, la Lega ed altri Savonarola coevi).
Concordo, e chi non potrebbe farlo?
Ma non basta ... sarebbe troppo semplice, purtroppo non è sufficiente la reprimenda  per uscire dal pantano in cui siamo ma una azione più di lungo periodo.
Io non penso che gli uomini politici od i dirigenti in carica che pretendono di governare l'Italia siano più idioti di quelli che hanno popolato le stanze del potere dalla costituzione della nazione (e non voglio andare più lontano) fino ai giorni nostri. Gli stupidi, i poco da buono ed gli approfittatori sono sempre esistiti fin dai tempi di Cavour.
Un esempio: la famosa frase "tutto cambia affinché nulla cambi" è stata messa in bocca ad un tipico parassita meridionale vissuto in quel periodo. Sul suddetto personaggio è stato scritto un bel libro e realizzato un magnifico film.
Fatela dire ad un qualsiasi politico meridionale contemporaneo, stonerebbe? No, non penso, rimane attuale.
Qualcuno direbbe: non tutti sono così! Certo, certo ...
Per chi ha riminiscenze storiche, vi ricordate il "trasformismo"? Depretis, Crespi, Giolotti vi dicono niente? Io i voltagabbana me li ricordo da quando ero bambino. E lo scandalo della Banca Romana? Forse evoca qualche parallelismo col Banco Ambrosiano, Ior e più recentemente col Monte dei Paschi di Siena.
Il solito precisino direbbe: ma sono eventi che non hanno la stessa natura! Certo, certo ...
Può aiutare, il ritorno dei ricordi sulle malevicende che hanno accompagnato la Storia del nostro paese nei primi decenni della sua esistenza, la lettura degli articoli di Gaetano Salvemini.
Tralascio di soffermarmi sul periodo fascista su cui una vasta letteratura mostra l'assoluta inadeguatezza dell'allora classe dirigente.
Vogliamo parlare del secondo dopoguerra, allora?
Beh, è storia recente. Per noi forse, ma non per i nostri figli a cui consiglio d'andare a ricercare un film le cui vicende possono benissimo riflettersi ai giorni nostri (L'Expo di Milano?). Si tratta di "Mani sulla città" dell'ottimo Francesco Rosi, protagonista Rod Steiger. Sono gli anni della ricostruzione del secondo dopoguerra. 
Come vede signora Giangoia io mi permetto d'ironizzare sul suo blog e lei cosa dovrebbe dire del mio con tutti questi riferimenti? Non mi avrà mica contagiato?
Ma io sto parlando di Storia, della nostra Storia ... quella che io ricordo ai miei figli, ai nostri figli.
Quindi non nutriamoli di facili illusioni: i cialtroni sono sempre esistiti e sempre esisteranno insieme ai pressapochisti incompetenti.
Ma non è l'Italia che fa gl'italiani, ma gl'italiani che fanno l'Italia (oddio, un altro riferimento ad una frase nota!) quindi noi siamo quello che siamo e di conseguenza i politici non sono altro che la nostra immagine. Ci si ribella a questa affermazione, lo so.
Perché?
Perché fa male vedere la nostra vera proiezione come nel ritratto di Dorian Grey (ancora? ... e basta, con le citazioni!).
Certo, che fa male!
Ma è inutile distruggere a colpi di pugnale il nostro ritratto perché distruggeremmo noi stessi.
Quindi?
Quindi, se non vogliamo degli incompetenti e delle banderuole, al governo dobbiamo innanzitutto cambiare noi cercando d'eliminare i nostri difetti lavorando con umiltà per migliorarci. Solo così ne usciremo.
Non sarà un lavoro di solo qualche anno forse ci vorrà almeno una generazione. Sì, lo so quello che ho appena scritto provocherà una sfilza di pernacchie ... ma è quello che intimamente sento e credo.
Solo il lavoro a testa bassa potrà aiutarci malgrado i nostri handicap. Ma non si tratta d'un "fatigà" fine a se stesso. Si tratta di recuperare l'eccellenza insita nella nostra tradizione culturale affrancandoci però dall'italico individualismo.
Dobbiamo smettere d'essere italocentrici (sapesse signora Giangoia quante volte me lo ripeto!) ma dobbiamo cominciare a vedere noi stessi nel contesto mondiale. Continuare a guardare il nostro ombellico non serve a molto mentre andiamo allo sfascio.
Siamo un paese povero di materie prime e non abbiamo la potenza finanziaria che hanno altri paesi europei .
Me ne fotto (scusi il termine, signora) che ci si gonfi il petto dicendo che siamo la settima potenza mondiale. Per quanto tempo? Ma lo siamo veramente?
Alcuni paesi europei per secoli hanno accumulato e concentrato grosse ricchezze attraverso lo sfruttamento d'altri paesi colonizzati, altri, non avendo le colonie, hanno solo più modestamente lavorato mettendo a frutto le loro eccellenze.
Le nostre origini sono rurali e contadine. L'unica vera colonia che l'Italia ha avuto è il suo meridione e non è bastato per accumulare la ricchezza necessaria per creare grossi mastodonti finanziari. Gli stessi che consentono ad un paese di sostenere la competizione mondiale. 
Siamo un paese di piccole e medie aziende e per troppo tempo ci siamo detti "small is beautiful".
Ma che fare, adesso?
Semplice, bisogna ricominciare a fare, liberandoci dall'illusione che sempre e comunque "io me la cavo". Dobbiamo prodigarci molto umilmente a:
  • potenziare la scuola e l'istruzione. Solo la cultura può debellare i principali difetti degl'italiani: il credere che la cialtroneria sia uno strumento di riuscita, il non rispetto per la natura, l'individualismo, l'omertà del Sud, l'accettazione e la convivenza col malcostume;
  • consorziarci per fare Ricerca e Sviluppo, investendo sul lungo periodo, defiscalizzando tutto ciò che produce innovazione. Le aziende che lavorano nello stesso settore dovrebbero unirsi per sviluppare nuovi prodotti invece di far concorrenza fra di loro;
  • investire sul territorio, accettando anche finanziamenti di chi i soldi li ha. Chi si ne frega se i palazzi, le opere ed i monumenti storici l'acquistano gli stranieri? Non possono portarli via e Pompei, per esempio, non si autodistruggerebbe. Il patrimonio artistico è meglio che sia di proprietà d'uno straniero efficiente piuttosto che d'uno italiano deficiente. La Mona Lisa è preferibile che resti al Louvre, almeno sappiamo che è più sicura;
  • trovare finanziamenti esteri che mantengano alta la nostra eccellenza (Moda, Turismo, Servizi, Agro-Alimentari). Se l'alleanza Alitalia ed Ethiad dovesse funzionare sarebbe un bel colpo ed un bell'esempio. Perché non favoriamo lo sviluppo dei Shared Services od i Customer Services nel Sud dell'Italia? Certo, gli stipendi non saranno altissimi ma col 13% di disoccupazione (e quello giovanile al 42%), vogliamo fare i difficili?
  • sviluppare tutto ciò che è legato all'informatica, al digital ed alle telecomunicazioni (magari studiando perché avventure felici come Tiscali e Tim, siano naufragate). Inutile insistere a voler sviluppare lo sviluppo con investimenti a "capital intensive", per farlo abbiamo massacrato il Meridione ed alla fine cosa abbiamo ottenuto? Disoccupazione (Termini Imerese);
  • combattere senza tregua e senza sosta la malavita organizzata e l'evasione fiscale punendo senza clemenza chi ne risulta colpevole.
Nessun politico saprà fare tutto ciò anche se competente. Solo gl'italiani possono arrivarci se ci credono e se assumono un atteggiamento più umile ricordandosi che non siamo al centro del mondo ma ne facciamo parte. Non dobbiamo confrontarci con noi stessi (al diavolo le beghe interne!) ma col resto dell'umanità che va molto più veloce di quando in generale si possa pensare.
Solo una forte determinazione nel voler tutto ciò ci consentirà d'avere i governanti che aiutano nelle realizzazioni delle predette azioni.
Altrimenti ci teniamo i politici che ci meritiamo, compresi i demagoghi.
Io la penso così signora Giangoia e mi scuso con lei se anch'io mi sono lasciato andare in qualche citazione.

P.S. Ho letto l'articolo della signora Giangoia Dove va la letteratura? Dio bono, devo rileggere il Giusti: l'ho totalmente rimosso dalla memoria! ...


(1) Il disegno riportato su questo post è stato eseguito da Marco Martellini e s'intitola Homo Ridens: tributo semiserio a Darwin. Troppo forte! Non ho resistito e l'ho pubblicato, molti l'hanno già fatto. Mi scuso col valente disegnatore.

(2) Lo diceva Aristotele che aveva avuto come maestro Platone ma sembrerebbe che quest'ultimo usasse la stessa frase riferendosi a Socrate, a sua volta maestro di Platone. Insomma i filosofi di quel tempo se la dicevano fra loro!